Sassari, la storia infinita di una giovane disabile di 25 anni

A Sassari c’è una giovane donna disabile di 25 anni, che da sempre assieme alla sua famiglia combatte la sua battaglia contro una rara malattia genetica, tra sussidi concessi e poi bloccati


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“A Sassari c’è una giovane disabile, una giovane donna disabile di 25 anni, che da sempre assieme alla sua famiglia combatte la sua battaglia contro una rara malattia genetica, il cui risvolto autistico è stato riconosciuto anche dalla Regione Sardegna. Una lotta impari, che ha bisogno di aiuto, di pieno sostegno e di fondamentali sussidi – vedi legge 20 – per poter essere condotta. Sussidi concessi, poi bloccati. E poi nuovamente concessi, quindi ancora stoppati in un perverso gioco burocratico di rimpalli fra Asl di Sassari e Comune che non tiene conto di una cosa, la più importante: la vita di una cittadina, di una ragazza disabile di 25 anni”.

Questo il tema dell’interrogazione a firma Desirè Manca e Maurilio Murru – Portavoce in Consiglio comunale del Movimento Cinque Stelle – portata all’attenzione dell’Assemblea di palazzo Ducale.  “Ci troviamo davanti ad una vicenda al limite dell’incredibile. La vita di una persona condizionata oltre che da un grave male anche da un terribile rimpallarsi di responsabilità che di tutto tengono conto tranne che delle esigenze della ragazza e della sua famiglia. Chiediamo al sindaco di Sassari e all’assessore competente in materia quali siano le azioni poste in essere dall’Amministrazione comunale per garantire ad una cittadina sassarese affetta da disabilità il diritto a usufruire dei fondi della legge 20”.

Per comprendere al meglio la vicenda è necessario avere chiaro il quadro della situazione. Dopo apposita relazione dell’Unità operativa di neuropsichiatria dell’infanzia, nel 2010, viene presentata al Comune di Sassari richiesta di intervento e contributo secondo legge 20: richiesta accolta nel settembre dello stesso anno. Nel 2012, al raggiungimento della maggiore età, il contributo viene sospeso a causa del “passaggio” della paziente al Dipartimento di Salute Mentale CSM di competenza della Clinica dell’Università di Sassari ma successivamente ad una nuova relazione rilasciata dalla Clinica Neurologica di Sassari, lo stesso contributo è stato riattivato. Il 14 maggio 2012 però è il Comune di Sassari a sospendere l’erogazione, perché non ritiene la Clinica Neurologica soggetto rientrante nei parametri previsti dall’articolo tre della sopra citata legge. A seguito del ricorso eseguito a fine 2013 presso la Commissione istruttoria della Regione Sardegna, la stessa Istituzione regionale invita il Centro di salute mentale di Sassari a svolgere un nuovo accertamento riconoscendo la sindrome di Angelman come rientrante nella patologica dell’autismo. Il 28 gennaio del 2014, post valutazione, il Comune di Sassari nega ancora una volta il sussidio. “Il Dipartimento di salute mentale di Sassari il 13 marzo 2014 segnala alla Regione che la concessione del sussidio alla paziente in questione, in ragione della compresenza della sindrome di Angelman , potrebbe dare origine a numerosissime richieste da parte di persone affette da molteplici condizioni cliniche di ritardo mentale, con evidenti ripercussioni sul fronte della copertura finanziaria”. Ma la matassa, sempre più intricata e incomprensibile da decifrare, non si sbroglia. Il Comune di Sassari nell’aprile 2014 riaccoglie la richiesta di sussidio in seguito alla presentazione di una ulteriore richiesta presso l’Unità operativa complessa di neuropsichiatria infantile. Tre anni dopo, in marzo, il sussidio è stoppato ancora una volta a seguito di richiesta da parte dei servizi sociali del Comune di Sassari di conformità della certificazione presentata con quella prevista dalla legge 20.

“Ma la situazione si ribalta ancora – affermano Manca e Murru – con sussidio riconcesso con tanto di arretrati successivamente a valutazione neurologica, l’ennesima. Ma non solo, perché ad oggi l’iter è nuovamente bloccato dal Comune di Sassari che richiede addirittura la restituzione delle somme erogate da gennaio 2017. Non ci sono parole per descrivere quel che accade a Sassari, nella nostra città, ad una nostra concittadina disabile che chiede solo di esercitare il suo diritto alla salute, a vivere”.


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