Un post social dell’attivista Rizzi mette in evidenza come si parla degli animali senza conoscere “il rispetto per la vita”: “Vendo o permuto maiali, vitelli da ingrasso, vendo a peso vivo maiale castrato pronto al macello”. Per chi ama ogni essere vivente e ha deciso di cibarsi seguendo il veganismo, ossia rifiutando gli animali e i loro prodotti, post e commenti in cui si parla di vitelli e maiali pronti per essere soppressi e fatti a bistecche è un colpo al cuore. Cuccioli e adulti che dopo una breve vita, spesso caratterizzata da sofferenze, vengono condannati a morte per soddisfare il palato di chi è onnivoro e non intende assolutamente privarsi di mangiare carne: inaccettabile per chi li vorrebbe liberi di vivere, correre in mezzo ai prati. Leggere dunque la contrattazione dei quattro zoccoli come merce di scambio ha suscitato sdegno e oltre 500 commenti che si sono trasformati, sebbene le raccomandazioni dell’attivista fossero state “senza offendere gentilmente”, in una caccia al sardo selvaggio.
Una diatriba infinita, l’ennesima che pone sul banco degli imputati i sardi come “trogloditi, non evoluti” e non da Rizzi, che ha sempre ben specificato che non fa di certo di tutta l’erba un fascio, bensì da chi ha un’idea del sardo come crudele e spietato contro gli animali. No, non è proprio così, campagne di sensibilizzazione verso il benessere animale sono costantemente portate avanti dai comuni e dalle associazioni di volontariato che si prodigano per salvare gli animali in difficoltà e i privati fanno bene la loro parte, molte volte anche in silenzio, lontani dalle tastiere di smartphone e pc e dai suoi leoni.













