In Sardegna un giovane su tre non lavora, non svolge tirocini, non studia: la Sardegna è quartultima in Italia nella fotografia del Censis. Il 34,2 per cento dei giovani sardi non ha futuro, 8 punti in più della media nazionale. E non ha possibilità di accedere a posti pubblici. Gli stessi posti pubblici che in parte vanno, in serie, direttamente agli iscritti di Sel in Comune e in Regione, e senza concorsi ma con chiamate dirette. Nei giorni scorsi avevamo chiesto cortesemente al consigliere regionale Francesco Agus di Sel, che si occupa proprio della questione precariato, di risponderci ad alcune domande. Il silenzio è d’oro, si sa, come lo sono gli stipendi dei consiglieri regionali. Ma è curioso come mai Agus non risponda alla domanda sul perchè diversi iscritti al circolo di Sel di via Puccini siano stati chiamati senza concorso a lavorare sia in Comune che in Regione, da quando Sel è in maggioranza. Se Agus preferisce trincerarsi in un silenzio che a suo modo “parla” da solo, succede invece che parlano proprio i candidati di Sel alle scorse elezioni regionali.
E le loro sono denunce di fuoco, raccolte dalla nostra cronista Federica Lai. Claudia Zuncheddu, ad esempio, afferma candidamente che “Sel decide chi deve entrare e chi deve essere escluso in Comune e Regione– sottolinea Zuncheddu – e non certo con i bandi pubblici. Certi curriculum vìolano i limiti che loro stessi hanno imposto. E’ una farsa. In tempi di grande disperazione per il lavoro e la povertà, i sardi hanno diritto di conoscere ad esempio com’è gestita l’Agenzia regionale del lavoro. Ha prodotto occupazione in questi anni? E in base a quali criteri di trasparenza?”. Attenzione non lo dice Casteddu Online, il giornale snobbato dai sellini che nel frattempo ha guadagnato in media 120mila lettori al giorno. Lo affermano loro stessi, i candidati di Sel. Claudia Zuncheddu aggiunge: ““Cagliari è stata amministrata malissimo – aggiunge Zuncheddu – E con Pigliaru la Sardegna è priva di una rappresentanza seria e autorevole. La sudditanza dalle politiche di Renzi è totale. Il gruppo Sel in Consiglio regionale, di certo non si distingue dal grigiore generale. Non è all’altezza dei ruoli. Con il crollo della qualità politica di questi rappresentanti muore ogni speranza per i sardi”. Chissà cosa ne penseranno quel 34 per cento di giovani sardi ai quali la porta del mondo del lavoro è sbattuta in faccia, nel sapere che il segretario cittadino di Sel Matteo Massa e il suo compagno Simone Tanda, ad esempio, hanno lavorato in Comune con soldi pubblici in quello che doveva essere l'”ora tocca a noi”, e che è stato interpretato in maniera letterale. Perchè altri esempi sono lampanti in Regione e in altri enti, nei prossimi giorni pubblicheremo la mappa di tutti i nomi segnalati anche dai nostri lettori, e dagli elettori delusi di Sel. Guardate le foto della vittoria elettorale di Zedda 4 anni fa: ritroverete, casualmente, una serie di persone che poi sono state assunte in enti comunali e regionali. In maniera legittima, ma senza concorsi.
Ma non finisce qui. A parlare in maniera chiara, mentre Agus sta zitto, è un altro autorevole candidato di Sel alle ultime elezioni regionali. Vale a dire Paolo Casu, che interviene prima di tutto sull’Agenzia regionale del Lavoro, l’ente dove lavorano casualmente molti iscritti a Sel e alcuni ruoli importanti sono ricoperti da parenti stretti di politici nazionali: “Ritengo che oggi l’Agenzia del lavoro debba essere posta in discussione su produttività e su aspetti gestionali, arrivando anche a un suo possibile scioglimento”. Il motivo? Casu lo spiega così: “Si tratta di una macchina di lottizzazione politica, un carrozzone che in questi anni non ha portato benefici a giudicare dall’insoddisfazione dei tanti giovani disoccupati sardi”. Secondo Casu anche Zedda, prima di fare politica, non aveva grandi esperienze di lavoro: “Al Comune di Cagliari il primo Sindaco di Sel della storia è un giovane senza un “vero” curriculum professionale solido, una carenza che non poteva di certo garantire l’opportuna competenza e preparazione in campo amministrativo”, afferma il candidato di Sel alle ultime elezioni regionali.
Voi direte, sarà un caso? No, perchè nel frattempo ecco che una consigliera addirittura eletta in consiglio comunale tra le fila di Sel, minaccia di abbandonare il partito. E sapete perchè? Perchè un Comune di centrosinistra a suo parere ha dimenticato le periferie, cioè i cittadini più deboli, a dispetto delle idee comuniste. Insomma mentre Agus veniva assunto nello staff dell’assessore Gabor Pinna, i bei progetti sbandierati in campagna elettorale svanivano. Marisa Depau denuncia: “Il Comune finora ha trascurato le periferie. In quasi cinque anni abbiamo assistito solo a ristrutturazioni e piccole manutenzioni. Ma quelle case vanno buttate giù e ricostruite. Intanto il settore del Patrimonio, senza un assessore, è completamente abbandonato: case vuote e finanziamenti bloccati dal 2006. E molti cagliaritani nel frattempo sono costretti a dormire per strada. E soprattutto occorre realizzare delle grandi piazze tra le case, per contrastare i fenomeni di spaccio, delinquenza e degrado”. Nelle scorse settimane l’addio al gruppo consiliare di Sel, dopo la soppressione della commissione Alloggi e Mobilità, di cui faceva parte, decisa dal Consiglio comunale. “Perché eliminare un organo che si stava occupando del controllo sulle assegnazioni degli alloggi popolari? – chiede – Forse disturbava? Sono delusa da questo modo di fare politica, non mi candiderò più. E, in assenza di chiarimenti, sono pronta a lasciare il partito”. Un tempo Ron cantava in uno dei suoi maggiori successi: “E non abbiam bisogno di parole”…
