Gli ultimi fatti di cronaca accaduti hanno messo in evidenza una piaga mai estinta, cioè quella del mancato rispetto verso l’ambiente. Come e quando intervenire per arrestare questo scomodo fenomeno? Nel paradiso di Cala Mariolu qualcuno ha deciso di verniciare le rocce qualche giorno fa; i volontari delle associazioni raccolgono quasi ogni giorno decine di sacchi di immondizia depositata tra le dune di sabbia e la macchia mediterranea adiacente. Uno sfregio nei confronti della natura, l’unica in grado di regalare spettacoli mozzafiato e che solo le mani dell’uomo riescono a rovinare. Qualche utile e prezioso consiglio giunge dalle Guardie Ambientali Sardegna che ricordano, sottolineano e suggeriscono come comportarsi nel caso si dovesse riscontrare un’azione illecita: “La stagione estiva è ormai alle porte e molti si preparano a trascorrere le consuete vacanze in spiaggia, un meritato relax dopo tanto lavoro. Eppure, anche quando ci si reca in località marittime non dobbiamo dimenticarci della protezione dell’ambiente: potremmo infatti assistere a comportamenti poco consoni per il rispetto del delicato equilibrio delle coste, tra bagnanti maleducati e altri distratti.
Ma quando agire, che fare quando notiamo qualcuno che sta danneggiando la spiaggia, anche inconsapevolmente?
Sarà di certo capitato a tutti, a noi capita praticamente ogni anno.
Mentre si è in spiaggia, capita di frequente vedere persone che non hanno nessun rispetto né per l’ambiente e né per gli animali.
Tra immondizia abbandonata sul bagnasciuga, mozziconi di sigaretta o piccoli animali usati come giocattoli con cui intrattenere i bambini, capita davvero di tutto. È quindi nostro dovere intervenire quando questi comportamenti arrecano danno, magari con l’aiuto delle autorità competenti già presenti sulle spiagge. Di seguito, alcuni casi in cui potremmo imbatterci.
Mozziconi di sigaretta abbandonati, è il grande classico negativo dell’estate in spiaggia, uno di quei comportamenti inconcepibili a cui tutti noi assistiamo di continuo.
Alcuni fumatori, terminata la loro sigaretta, si limitano a spegnerla nella sabbia, abbandonando poi sul posto il mozzicone”.
Un comportamento molto dannoso poiché ogni giorno vengono abbandonati sulle spiagge italiane circa 5 milioni di mozziconi.
“È il rifiuto più frequente sui litorali italiani, addirittura più della plastica, ed è pericoloso.
Oltre a essere inquinanti e a rilasciare delle sostanze tossiche per l’ecosistema, i mozziconi di sigaretta vengono anche ingeriti da uccelli marini, tartarughe e piccoli pesci, che li scambiano per prede.
E spesso incorrono nella morte, perché le sostanze spugnose di cui sono fatti questi filtri si bloccano nello stomaco di questi animali, impedendo la digestione.
Considerando che abbandonare mozziconi in spiaggia sia vietato, con multe che possono arrivare a 300 euro, parliamo con i nostri vicini di ombrellone chiedendo di usare un posacenere portatile o, ancora, un bicchierino da gettare poi negli appositi cestini.
E in caso questi bagnanti fossero poco inclini all’ascolto, basta avvisare i vigili urbani”.
Spiagge-discariche, insomma, “del tema dei rifiuti abbandonati in spiaggia se ne parla tutto l’anno, in particolare sui danni causati dalla plastica.
Eppure, nonostante si tratti di un argomento ormai da tempo centrale nel dibattito pubblico, sono ancora molti i bagnanti che ignorano divieti e campagne di sensibilizzazione.
Cartacce, involucri di polistirolo, bottigliette, bicchieri e stoviglie di plastica: alcuni lasciano sulla sabbia davvero di tutto, alcuni addirittura non si fanno problemi a scavare piccole buche dove abbandonare i loro rifiuti.
Mantenere le spiagge pulite è importante non solo per evitare contaminazioni, ma anche perché la plastica è una delle primissime cause di morte per gli animali marini, che ingeriscono inavvertitamente questo materiale o vi rimangono impigliati.
È bene quindi intervenire quando incontriamo vacanzieri poco educati, chiedendo di raccogliere l’immondizia abbandonata per depositarla negli appositi cestini. Anche in questo caso i trasgressori rischiano salate multe, a seconda anche delle ordinanze locali, e si può richiedere l’intervento delle forze dell’ordine, dei vigili urbani, della capitaneria di porto o dei tanti volontari che incessantemente lavorano per mantenere i litorali puliti e protetti”.
Un altro tema scottante: animali marini nei secchielli, un gioco ben poco educativo.
“Quante volte ci è capitato di vedere in spiaggia dei genitori che, armati di retino e secchiello, catturano granchi, paguri, stelle marine e piccoli pesci per intrattenere i loro bambini? Per quanto possa apparire un passatempo ai più innocuo, in realtà non lo è: non solo è dannoso per queste specie marine, ma è anche vietato dalla legge.
I più piccoli non ne hanno ovviamente colpa, vedono gli abitanti del mare come amici con cui giocare e non possono sapere che chiuderli in un secchiello possa fare loro del male.
Sono i genitori, invece, che dovrebbero assumere dei comportamenti più educativi per i loro figli. come spesso vi abbiamo spiegato quella del secchiello è una vera e propria tortura per gli abitanti del mare: la poca acqua a disposizione raggiunge velocemente temperature elevate e, nel corso della giornata, porta inevitabilmente alla morte di questi animaletti.
Se possibile, parliamo quindi con i genitori, magari lontano dai bambini che non hanno nessuna colpa di questa situazione.
Spieghiamo quali sono i rischi di questa abitudine, anche ricordando come si tratti di un vero e proprio reato, disciplinato dall’articolo 544 del Codice Penale.
In caso l’avvertimento non sortisse effetto, rivolgiamoci alle forze dell’ordine”.
Tornando al tema dei rifiuti, si deve dedicare un capitolo ai pannolini e ai rifiuti fisiologici, poiché la spiaggia non è una toilette.
“Altro argomento che riguarda genitori poco attenti, quello della gestione della toilette dei più piccoli. Ancora oggi, si assiste a scene che non sono solo oggettivamente poco gradevoli, ma anche di elevato impatto sull’ambiente.
È il caso di papà e mamme che cambiano i pannolini ai loro bimbi, per poi abbandonare il rifiuto sulla spiaggia o, ancora, che scavano buche nella sabbia per permettere ai più piccoli di espletare i loro bisognini.
E pensare che ormai la gran parte delle spiagge pubbliche più frequentate sono dotate di appositi bagni e spesso anche di fasciatoi utili ai genitori.
Entrambi i comportamenti sono problematici: nel primo caso si ha l’abbandono di rifiuti altamente inquinanti, perché i materiali di cui sono fatti i pannolini sono tutto fuorché biodegradabili e rischiano di danneggiare la fauna marina.
Nel secondo caso, invece, il problema è quello della contaminazione di ecosistemi delicati, come quelli delle coste.
Anche in questo caso, se le persone con cui si dovrà interagire appaiono ragionevoli, proviamo a spiegare quanto dannoso sia questo
comportamento.
In caso contrario, allertiamo il bagnino o le forze dell’ordine presenti sul posto.
Non solo rifiuti fisiologici, però: il discorso è analogo per chi usa shampoo o altri detergenti per lavarsi direttamente sul bagnasciuga, poiché prodotti tossici per la flora e la fauna marina.
Non per ultimo è sempre vietato asportare sabbia, pietre e conchiglie dalle spiagge come previsto dalla Legge Regionale 28 luglio 2017, n. 16
“chi asporta, detiene, vende anche piccole quantità di sabbia, ciottoli, sassi o conchiglie provenienti dal litorale o dal mare in assenza di autorizzazione è soggetto alla sanzione amministrativa da 500 a 3.000 euro”.
In definitiva, la spiaggia è un luogo da vivere e da amare, ma sempre nel RISPETTO dell’ambiente, degli animali, delle altre persone presenti e, ovviamente, della legge”.









