Mentre la Sardegna è allo sfascio totale su tutto – trasporti salasso, sanità inaccessibile, scuola a pezzi, visione zero e prospettive nessuna – nei palazzi dove si consumano gli stessi riti uguali a se stessi da sempre e a prescindere, spunta la nuova priorità dei consiglieri regionali: aumentare lo stipendio ai dipendenti comunali, portandoli alla stessa cifra dei regionali. Un’esigenza che evidentemente prescinde da qualunque valutazione nel merito e che ha come obiettivo solo quello di dare più soldi ai dipendenti della pubblica amministrazione: un’esigenza tanto sentita da essere condensata in un ordine del giorno, persino unitario e addirittura votato nell’aula di via Roma all’unanimità. Destra, sinistra, centro, tutti d’accordo: i circa 10mila dipendenti pubblici con il posto fisso negli enti locali devono ricevere un aumento di stipendio.
L’ordine del giorno rende così più agevole il cammino per la nascita del comparto unico. Il documento, infatti, impegna la presidente e la giunta a mettere in pratica “tutte le azioni necessarie per l’attuazione del comparto unico, garantendo la parificazione giuridica ed economica del personale”, con l’obiettivo di superare “le attuali disparità retributive tra dipendenti del sistema della pubblica amministrazione della Sardegna”.
Favore unanime per l’istituzione del comparto unico regionale per i dipendenti degli enti locali è stato dichiarato da tutti i consiglieri dei gruppi di maggioranza e di minoranza che nel corso dei rispettivi interventi hanno evidenziato la necessità di dare attuazione alle norme approvate nel 2006.