“Quest’anno è andata così. Di più non si può fare, Sant’Efisio ci perdonerà e comunque lo omaggeremo nel migliore dei modi in tutto il resto”. Luisa Anna Marras, commissario straordinario del Comune di Cagliari, getta la spugna. Quest’anno la festa di Sant’Efisio si svolgerà in assenza di tribune e di balli folk in piazza del Carmine. La Marras ovviamente è appena arrivata e non ha alcuna responsabilità. Anzi dovrà raccogliere un’eredità pesantissima per far trovare palazzo Bacaredda in ordine al prossimo sindaco o alla prossima sindaca. Il no a balli e tribune deriva dal fatto che gli uffici comunali non hanno potuto portare a definizione le trattative per l’affidamento diretto dei servizi legati alla festa. Per cui sono saltati il servizio di noleggio, montaggio, smontaggio e trasporto di tribune e palchi, quello di biglietteria e di verifica degli accessi alle tribune, la realizzazione dell’evento Festival di Sant’Efisio, degli altri eventi e dei servizi accessori alla Festa di Sant’Efisio. Infine il servizio di revisione grafica, stampa e affissione del materiale promozionale della Festa. Tutto ciò, secondo la determinazione firmata dal dirigente del servizio Attività produttive Alessandro Cossa, a causa della mancata approvazione, da parte dell’amministrazione uscente guidata dalla giunta Truzzu, del bilancio di previsione 2024-2025-2026 entro i termini previsti, e non essendo stata autorizzata la prosecuzione dell’esercizio provvisorio al Comune è consentita solo una gestione provvisoria della spesa, che non consente l’assunzione di nuovi impegni di spesa se non per particolari limitate ipotesi, in cui non risultano rientrare gli affidamenti dei servizi legati alla Festa di Sant’Efisio. Ma fonti vicine all’ex giunta Truzzu difendono l’operato del vecchio esecutivo, sottolineano la distinzione tra parte politica e amministrativa del palazzo e spiegano che sarebbe sufficiente “prenotare gli impegni come hanno fatto tutti gli altri servizi”.
Per il Comune di Cagliari questa non è certo la prima magra figura. Quest’anno, oltre a Sant’Efisio senza tribune e balli, c’è stato il Martedì grasso senza rogo di Cancioffali nell’ambito del carnevale organizzato dal Comune. Il rogo del pupazzo di cartapesta, tradizionalmente bruciato da oltre 50 anni, nel dopoguerra in via Cammino Nuovo e negli ultimi anni nell’ex campo di calcetto tra via Santa Margherita e via Fara, è saltato. Il motivo? La Questura ha negato il via libera a causa della presenza di una centralina del gas che nell’ultimo anno si è ingrandita. E anche il concerto Capodanno curato dal Comune non è andato certo liscio. Prima il valzer del palco trasferito da via Roma (ingolfata dai cantieri) a piazza dei Centomila e poi da lì alla Fiera, in uno spazio negli ultimi anni diventato marginale nel cuore dei cagliaritani, con l’organizzata passata di mano dall’assessorato alle Attività produttive a quello della Cultura. Lo show di Mengoni, salvato in extremis da un’ordinanza dell’ex primo cittadino Paolo Truzzu, si è svolto a davanti a un numero di spettatori inferiore alle attese. Figuraccia anche nel novembre scorso, quando è saltato l’evento di cabaret “Felicissimo Show” col celebre duo comico “Pio e Amedeo”. I fans raccontavano di tanto freddo e di audio in tilt e di spettacolo sospeso dopo pochi minuti all’Opera Music Forum della Fiera. L’evento è stato organizzato dai privati. Ma poche ore prima lo spazio era stato definito su Facebook dall’assessora comunale alla Cultura Maria Dolores Picciau “a disposizione di tutti i produttori che vogliono una struttura “pronta all’uso”.










