Mentre tanti festeggiano il lunedì di Pasqua, in città si svolge uno dei riti meno conosciuti ma non per questo meno importanti ed emozionanti: Sant’Efisio raggiunge la Cattedrale per poi rientrare nella chiesa di Stampace. L’evento inizia alle prime luci dell’alba, e parte alle 8,00 da Stampace, attraversa la Marina e poi dalla Porta dei Leoni s’inoltra nel quartiere di Castello. Mentre tutto si svolge, due enormi, fortissimi giganti incominciano la loro fatica: “Mancai ci provisi” e “Non ci arenescisi” i nomi dei due buoi di razza sardo-modicano. Saranno tra i più fotografati durante percorso dell’1 maggio e s’instraderà verso Nora per rispettare il secolare voto. Dopo la messa in Cattedrale rientrato nella piazzetta antistate la Chiesa – dedicata al Santo Guerriero – il giogo dei buoi unito da “su giuali” e tenuto dal Signor Gianni Cabras di Monserrato con “su sordinagusu” è benedetto e diviene ufficialmente trascinatore del Santo. I buoi di sette anni sono seguiti e accuditi dal nipote del Signor Cabras, Nicola, che non vede l’ora di sostituire lo zio, mi sussurra all’orecchio: “Ancora qualche anno e sarò io a guidare il giogo”. Sprizza felicità pronunciando quella frase, Nicola orgogliosissimo del suo futuro anche lui come i due fortissimi trascinatori sarà una “Star” sino al 4 maggio quando, come vuole la tradizione, rientreranno in città. Di certo non gli importa nulla dell’immagine ma con grande dignità e orgoglio è fiero e si prepara con attenzione studiando ogni particolare. A noi il compito, a nome di tutti, di ringraziarli.
Gianfranco Carboni











