Ci sono anche gli infermieri sardi, nel vasto “pentolone” della sanità sarda moribonda, “pronti a scioperare” se, entro brevissimo, non cambierà ciò che ormai da tempo avviene dentro tutti gli ospedali, Brotzu incluso: turni massacranti, che spesso diventano doppi, troppi malati da gestire contemporaneamente per tante, troppe ore. A oltre sei mesi di distanza dall’insediamento della Giunta regionale guidata da Alessandra Todde, quello sanitario è il settore ancora più martoriato, dove si è ancora fermi agli appelli e alle promesse. E non, come denuncia anche Diego Murracino del Nurgins Up, ai fatti concreti: “In tutti gli ospedali di Asl e Aou della Sardegna, con anche il Brotzu, la situazione è intollerabile. Nonostante diversi incontri con l’assessorato o con la commissione regionale Sanità non è arrivata nessuna risposta e non è partita nessuna operazione finalizzata al nostro settore, quello di infermieri e ostetriche, che continuano a lottare per resistere”. I numeri, nudi e crudi: “Siamo arrivati ormai al rapporto di un infermiere ogni dodici pazienti e, alla fine dei turni, è impossibile tornare sereni a casa perchè spesso bisogna fare il doppio turno”. In ore, restando nel “range” delle ventiquattro, son ben “diciassette” correndo da una parte all’altra tra le corsie dei reparti per cercare di non far mai mancare la doverosa assistenza ai malati. Ma lo stress ha raggiunto livelli ormai assurdi e osceni.
“I nostri stipendi sono i più bassi d’Italia”, analizza Murracino, nel proclamare ufficialmente lo stato di agitazione di tutti gli infermieri sardi iscritti al Nursing Up, “non è più tollerabile. Tra l’altro, questo è il primo anno in cui i posti in Infermieristica nelle università non sono stati colmati dalle richieste di iscrizione. Vuol dire che si sta rovinando una professione, dobbiamo ridare attrattività alla professione infermieristica o tra pochi anni, in Sardegna, non ci saranno più infermieri disponibili a lavorare in queste condizioni”.









