In prima fila c’erano loro, le donne del centro antiviolenza “Feminas” che ogni giorno, da anni, accolgono centinaia di vittime di violenza, fisica e psicologica, messa in atto, soprattutto, da compagni, mariti, fidanzati, ex. Segnate e tramortite, iniziano un percorso lungo e travagliato per cercare di ritrovare almeno un po’ di serenità. Un argomento attuale più che mai, le stime nazionali parlano chiaro: un femminicidio ogni 72 ore, già 106 quelli registrati dall’inizio dell’anno e migliaia le richieste di aiuto: chi sopravvive alla violenza fisica ha l’animo violentato, confuso, spaccato dal quel vortice psicologico nel quale è stato risucchiato, un aspetto, spesso, svalutato, sminuito ma essenziale per comprendere che manipolazione, insulti, comportamenti ripetuti di svalutazione e denigrazione accompagnati da privazioni e silenzi punitivi alterano la psiche della vittima che solo amore chiedeva, come inizialmente le era stato dimostrato, promesso.
“E domani tocca a me, voglio essere l’ultima”, è l’appello lanciato dal Comune.
“Tante e tanti sangavinesi oggi hanno manifestato con una frase, un pensiero, una riflessione, un flash mob, il proprio no alla violenza sulle donne. Un grazie particolare al CAV Feminas ed alle associazioni Come-te e Insieme si può per il contributo attivo” ha espresso l’istituzione locale.











