È finita dopo 3 anni la latitanza di Nazia Shaeem, madre di Saman Abbas, uccisa a Novellara dai suoi familiari a soli 18 anni. La donna aveva a suo carico un mandato di cattura internazionale e una condanna all’ergastolo da parte del tribunale di Reggio Emilia, che il marito sta già scontando. Nadia è stata fermata questa mattina in un villaggio ai confini con il Kashmir, per poi essere trasferita a Islamabad per le procedure formali di estradizione. Per il tremendo omicidio della giovanissima Saman, negato fino all’ultimo , sono stati condannati all’ergastolo i genitori della 18enne e a 14 anni di reclusione lo zio Danish Hasnain. Secondo la sentenza del 30 aprile, infatti, anche la madre di Saman sarebbe stata parte attiva dell’omicidio della figlia, ritrovata solo un anno e mezzo dopo. Addirittura, si pensa che sia stata proprio la madre ad ucciderla materialmente. Secondo i giudici, i genitori e lo zio l’hanno “letteralmente accompagnata a morire“. Una sentenza di morte decisa a tavolino, stando alle telefonate intercorse in cui si era stabilito di uccidere Saman. Alla base dello scempio compiuto, sembra esserci la volontà di Saman di sposare un ragazzo che non era quello scelto dalla famiglia di origine. Una vergogna, secondo loro, non tollerabile, che la giovanissima Saman ha pagato con la vita, per la volontà di essere libera.












