Ron incanta il Teatro Massimo di Cagliari e conquista il pubblico con un doppio concerto: due serate sold out, organizzate da Sardegna Concerti, che hanno trasformato lo storico teatro cagliaritano in un luogo sospeso, dove musica, ricordi e parole hanno disegnato un viaggio emozionante e intenso attraverso cinquant’anni di carriera, storia, emozioni. Protagonista indiscusso della musica d’autore e vincitore del festival di Sanremo nel 1996 e del Premio Tenco alla Carriera nel 2023, artista raffinato e sensibile Ron, pseudonimo di Rosalino Cellamare, ha firmato moltissimi successi, anche per grandi artisti rimasti impressi nella memoria collettiva, da Lucio Dalla, a Fiorella Mannoia, a Francesco De Gregori.
Sin dal primo accordo, il pubblico ha capito che quel concerto sarebbe stato un incontro ravvicinato con un artista che fa della verità emotiva il suo marchio di fabbrica. Alla fine, tutta la platea era in piedi: ovazione lunga, sincera, di quelle che scaldano l’aria e il cuore.
In “Al centro esatto della musica”, Ron porta in scena più di venti brani, pescando tra i grandi successi, le nuove uscite e le gemme meno note del suo repertorio. La musica è il filo conduttore del racconto, ma è anche casa, memoria, confidenza. E Ron la abita come pochi: con passo lieve, voce vellutata e un’ironia sottile che accarezza il pubblico senza mai sovrastarlo.
Il cantautore ripercorre le tappe della sua storia artistica lasciando riaffiorare una “celestiale nostalgia”. Tra gli episodi più toccanti, quello legato alla nascita di Piazza Grande: il celebre accordo suonato per caso nel 1973, durante un viaggio in nave verso la Sicilia, che colpì Lucio Dalla al punto da diventare l’apertura del tour Banana Republic.
La dimensione teatrale è il luogo ideale per Ron: qui le sue canzoni respirano, si asciugano, si rivestono di arrangiamenti nuovi curati da Giuseppe Tassoni. La band – Tassoni al piano, Roberto Di Virgilio alle chitarre, Stefania Tasca a voce e percussioni, Pierpaolo Giandomenico al basso – non accompagna semplicemente, ma dialoga con lui in un equilibrio perfetto.
Momenti di poesia pura: Il gigante e la bambina, che Ron ha fatto sua per volontà di Dalla; la struggente Chissà se lo sai; la dolcezza di Anima, eseguita in un silenzio quasi sacro e dedicata ai malati di sla presenti in sala, e ancora Joe Temerario. Ron non interpreta: vive le sue canzoni. E la sua voce, rassicurante e limpida, ha il dono di attraversare il tempo senza scalfirsi.
Ron l’anti divo amatissimo dal suo pubblico. Un artigiano della parola, un uomo che lascia che siano le canzoni a parlare. E al Teatro Massimo parlano forte: parlano di viaggi, amicizie, perdite, gioie e malinconie che si fanno luce. Parlano di pace, e di speranza.
Quando cala il sipario, resta nell’aria la sensazione di aver assistito a qualcosa di prezioso: non solo un concerto, ma un incontro con un artista che continua a rinnovarsi senza perdere la sua essenza.
Con il bis, chiamato a gran voce dal pubblico, Ron riporta sul palco “Vorrei incontrarti fra cent’anni”: tu pensa al mondo fra cent’anni. Sempre, comunque, al centro esatto della musica dove Ron vuole restare.









