Il commercio, a Cagliari, non sono solo vestiti e accessori. C’è anche il cibo, e in una città che negli ultimi anni ha vissuto un’esplosione del settore “food”, le difficoltà che stanno ancora vivendo dei ristoranti e la chiusura de “I Mori” di Antonello Spissu provocano quasi l’effetto del frastuono di una bomba. Ci sono difficoltà, conti da far quadrare o che, definitivamente, sono stati sballati anche dall’emergenza Covid. In qualche caso arriva la solidarietà, basti pensare all’imprenditore di Dolianova che ha aperto una raccolta fondi per consentire a Spissu di poter riaprire il ristorante: “Ogni volta che una serranda si abbassa è una ferita, come sindaco c’è tutto il mio disappunto e dispiacere, la situazione non è facile”, esordisce Paolo Truzzu. “Abbiamo una serie di imprenditori che non hanno fatto attività per tre mesi, e le nuove linee guida sono limitanti. Devono fare investimenti nuovi, noi come amministrazione li stiamo aiutando riducendo i tributi locali, tra suolo pubblico e Tari, e stiamo cercando di offrire, a chi ha la volontà di riaprire, spazi all’aperto con canoni anche pari a zero per poter lavorare”.
La crisi, in molti casi, è datata, ma il “virus” ha dato la mazzata finale. Tra i tanti progetti in campo c’è quello dell’aiuola centrale di via Roma, da attrezzare per la ristorazione ma non solo: “Un’area a disposizione di chi vuole fare ristorazione, intrattenimento, mostre ed eventi culturali, tutto attrezzato a nostre spese”, annuncia il sindaco, “anzichè dare 200 o 300 euro a commerciante e non risolvere il problema, meglio fare investimenti per aree gratis per chi vuole fare un certo tipo di attività. Non c’è solo via Roma, anche Su Siccu e piazzza del Carmine, stiamo ragionando con le associazioni di categoria. Bisogna fare un passo, tutti e due, per dare un luogo ai commercianti e realizzare tutta una serie di interventi per creare delle opportunità. No ai contributi a fondo perduto, in città hanno chiuso 17mila aziende durante il periodo del Covid, anche se potessi dare mille euro a testa a commerciante non risolverei nessun problema e avrei diciassette milioni, che non abbiamo, da dover cercare dentro il bilancio”.









