Scoppia la bagarre in Consiglio Regionale sull’affidamento e la gestione dei servizi di vigilanza e portierato. In particolare, non è passata inosservata la lettera di qualche giorno fa dell’UGL sugli stipendi “da fame” degli addetti alla sicurezza. Il nostro giornale torna sull’argomento, soprattutto perché Piero Comandini e Daniele Cocco Secondo, esponenti di maggioranza tra i banchi del Consiglio si fanno portavoce dei tanti lavoratori addetti al servizio di vigilanza armata, portierato, custodia, manutenzione impianti di sicurezza presso gli immobili della Regione Autonoma della Sardegna e lavaggio autoveicoli, che denunciano l’esiguità delle loro buste paga che risultano essere sotto la soglia di povertà. Non dimentichiamo, ribadiscono gli esponenti in Consiglio Regionale, che dietro questi lavoratori ci sono la vita di intere famiglie che non possono certo andare avanti con una busta paga che accredita circa 674 euro mensili, su un monte ore di 150 su una base oraria di circa 4.607 euro all’ora. Il Consiglio Regionale ha approvato, nella seduta del 15 luglio 2015, la risoluzione n. 12 della Prima Commissione permanente (Autonomia, ordinamento regionale, rapporti con lo Stato, riforma dello Stato, enti locali, organizzazione regionale degli enti e del personale, polizia locale e rurale, partecipazione popolare), e della Seconda Commissione permanente (Lavoro, cultura, formazione professionale, istruzione, beni e attività culturali, identità linguistiche, informazione), e ci chiediamo per quali motivi la Giunta Regionale non abbia ancora intrapreso delle azioni efficaci per risolvere questa situazione. In questo clima di incertezza dobbiamo garantire ai lavoratori addetti ai servizi fiduciari di porre in essere tutte le strategie necessarie per sanare questa situazione e vigilare affinchè, in futuro, si proceda salvaguardano i livelli occupazionali ma anche e soprattutto quelli retributivi.
L’INTERROGAZIONE. La risoluzione n. 12 della Prima Commissione permanente (Autonomia, ordinamento regionale, rapporti con lo Stato, riforma dello Stato, enti locali, organizzazione regionale degli enti e del personale, polizia locale e rurale, partecipazione popolare), approvata nella seduta del Consiglio Regionale del 15 luglio 2015, e della Seconda Commissione permanente (Lavoro, cultura, formazione professionale, istruzione, beni e attività culturali, identità linguistiche, informazione), sulla situazione dei lavoratori addetti al servizio di vigilanza armata, portierato, custodia, manutenzione impianti di sicurezza presso gli immobili della Regione autonoma della Sardegna e lavaggio autoveicoli;
La risoluzione n. 14 della Prima Commissione permanente (Autonomia, ordinamento regionale, rapporti con lo Stato, riforma dello Stato, enti locali, organizzazione regionale degli enti e del personale, polizia locale e rurale, partecipazione popolare) e della Seconda Commissione permanente (Lavoro, cultura, formazione professionale, istruzione, beni e attività culturali, identità linguistiche, informazione), sulla necessità di effettuare un monitoraggio dei rapporti di lavoro precario presenti in Sardegna direttamente o indirettamente ricollegabili alla regione, di risolvere nell’immediato alcune situazioni urgenti e di intraprendere un percorso normativo finalizzato al superamento del precariato, in riferimento alla procedura aperta indetta con determinazione n. 1419 del 25 giugno 2014, finalizzata all’affidamento dei servizi di vigilanza armata, portierato, custodia, lavaggio autoveicoli, da aggiudicarsi con il criterio del prezzo più basso;
«A tutt’oggi – scrivono Comandini e Cocco – una parte dei lavoratori sono stati inquadrati come portieri/custodi, anziché come Guardie particolari giurate (GPG) come nel precedente appalto, con una modifica non solo delle mansioni ma anche del trattamento economico, con conseguente riduzione dello stipendio, imputabile all’applicazione del meno vantaggioso contratto relativo ai servizi fiduciari invece di quello per i servizi di vigilanza armata; la situazione economica per questi lavoratori è sotto la soglia di povertà visto che la busta paga accredita circa 674 euro, su un monte ore di 150 su una base oraria di 4,607 euro all’ora; valutata l’urgenza, al fine di non disattendere le aspettative dei tanti lavoratori; chiediamo al Presidente della Regione e alla Giunta regionale di sapere quali azioni siano state intraprese in relazione agli impegni delle risoluzioni citate in premessa.












