Il dato finale delle elezioni regionali certifica una disaffezione dei cittadini alla politica ancora più forte rispetto a 5 anni: ha votato poco più di un sardo su due, il 52,4% contro il 53,7% del 2019. Eppure, gli appelli al voto sono stati tantissimi, ripetuti e ribaditi anche dai leader nazionali: ma, evidentemente, non sono serviti.
Un’unica giornata per votare, quella di oggi 25 febbraio: le urne sono state aperte alle 6.30 di questa mattina, non ci sarà ballottaggio e non sono previsti neanche gli exit poll che fallirono clamorosamente le previsioni cinque anni, registrando un testa a testa fra gli allora candidati Solinas e Zedda, che in realtà fu un trionfo del centrodestra con 18 punti percentuali di distacco.
Nuoro il capoluogo dove si è votato di più con il 60,1%, segue Oristano con il 55,4%, Cagliari con il 55,3%, Sassari con il 52,6%, Olbia con il 47,9%.
Per la carica di presidente si sono presentati in quattro: Alessandra Todde per il Campo largo a trazione M5s-Pd con 10 liste, Paolo Truzzu per il centrodestra con 9 liste, Renato Soru per la Coalizione sarda con 5 liste, e Lucia Chessa per Sardegna R-esiste con una lista.
La governabilità al presidente eletto, vince chi prende un voto in più degli altri, viene assicurata dal premio di maggioranza: con oltre il 40% dei consensi, la coalizione collegata ha diritto al 60% dei 60 seggi del consiglio regionale; se ottiene tra il 25% e il 40% ha diritto al 55% dei seggi. Se invece il candidato presidente ottiene un risultato personale inferiore al 25% o superiore al 60% si procede con la ripartizione proporzionale. Un seggio, tra quelli spettanti alle minoranze, è assegnato di diritto al primo dei candidati presidente sconfitti. Per entrare in consiglio regionale, le coalizioni devono superare lo sbarramento del 10% e le liste singole il 5%.
L’interesse nazionale per questa consultazione è alto, perché l’isola è la prima regione ad andare alle urne nel 2024 ma anche per due motivi prettamente politici: è un test per il governo Meloni, la premier ha scelto direttamente il candidato del centrodestra, e allo stesso tempo è una sperimentazione dell’alleanza Pd-5stelle.
I 4 candidati sono andati a votare tutti in mattinata. Lucia Chessa alle 9.30 nel paese di cui è stata sindaco, Austis, nel nuorese, ha garantito che il progetto di Sardegna R-esiste sopravviverà a questa tornata elettorale per stare “col fiato sul collo di chi governa”. Alle 10.30, a Nuoro, ha votato Alessandra Todde: “Oggi l’importante è che la gente vada a votare, faccia valere il proprio voto e decida per il presente e il futuro della Sardegna. Oggi ciò che conta è l’esercizio democratico del voto”, ha detto. Alle 10.40 Paolo Truzzu ha votato a Cagliari: prima il voto, ha detto, poi la partita del Cagliari, di cui è tifosissimo. Infine, alle 11.30 ha votato Renato Soru, anche lui a Cagliari: “È stata una bella campagna elettorale e oggi sarà una bella giornata di democrazia e partecipazione”, le sue parole.
Quattro i punti tenuti aperti dal comune di Cagliari per il rilascio dei duplicati delle tessere elettorali, con decine di persone in fila.
Lo scrutinio inizierà domattina alle 7 e proseguirà fino alle 19: se ci saranno sezioni che non avranno concluso il loro lavoro, i plichi con tutte le schede e i registri saranno chiusi all’interno delle buste sigillate e saranno trasferite ai tribunali delle circoscrizioni territoriali che termineranno le operazioni e verificheranno tutti i risultati.












