Alessandra Todde, vicepresidente dei 5 stelle, contro Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia: è questo oggi lo scenario più realistico per la corsa a Villa Devoto alle elezioni regionali del 2024. Entrambi nuoresi, novizia della politica la prima, conosciutissimo politico di lungo corso il secondo.
Nell’agonizzante scenario politico sardo, con il centrodestra che tira a campare fino a fine legislatura e il centrosinistra che da luglio non batte un colpo neanche a pagarlo, il Pd polverizzato e gli altri partiti non pervenuti, la sfida per le regionali prende forma sui due candidati al momento più probabili.
Alessandra Todde sta girando da settimane la Sardegna come candidata presidente in pectore, utilizzando contemporaneamente i social per intervenire su qualunque argomento. Più defilato Pittalis, in attesa probabilmente di capire dove il centrodestra andrà a parare: di sicuro non da Solinas, è escluso completamente il bis. Ma non sarà Fratelli d’Italia a prendersi la casella vacante: la premier Meloni preferisce regioni più forti economicamente e non solo, e dunque lascerebbe a Forza Italia la Sardegna per prendersi il ben più vantaggioso Piemonte. In questa logica, il candidato più adatto per ridare forma e dignità a una coalizione che negli ultimi 5 anni ha dato il peggio di sé alla guida della Regione, è sicuramente Pittalis. Solinas sarà sistemato in qualche super pagato incarico dai leghisti, e il centrodestra – più forte nei numeri – potrebbe sperare nel bis. Nel centrosinistra resta anche la carta Milia: il sindaco di Quartu, in primissima linea con il suo libro sui temi caldi della Sardegna, potrebbe essere la candidatura giusta per intercettare consensi trasversali e oltre i poli.
Il centrosinistra, o aspirante tale, non batte più un colpo dalla riunione di luglio scorso, quando le buone intenzioni della partenza si sono schiantate sulla calma piatta che ne è seguita. Il Pd tace e acconsente, non ha un’idea e non ha una proposta, inibito anche dalla solita spada di Damocle Soru che agita il fantasma delle primarie, e anche se l’avesse ormai accorciare le distanze con la Todde sarebbe davvero difficile. Gli altri partiti partitini movimenti sono del tutto inesistenti.
Con questo scenario, tramonta la candidatura di Truzzu alla Regione che invece tenterà il bis a Palazzo Bacaredda, a meno che non gli si preferisca Alessandra Zedda, improbabile a questo punto visto che gli azzurri prenderanno la Regione. Per il centrosinistra il candidato sarà ormai certamente Piero Comandini, il segretario del Pd, mentre è scomparso dai radar Massimo Zedda.
Nelle prossime settimane saranno realizzati sondaggi per annusare l’aria che tira prima di ufficializzare le candidature.












