Lasciato senza medicine e cure, a 13 anni, al Microcitemico di Cagliari. È quanto sta capitando ad un giovanissimo di Quartu che ha necessità di prendere alcuni medicinali specifici per tenere sotto controllo alcune patologie mentali. Senza più piano terapeutico, scaduto ad aprile e mai rinnovato, lui è tornato a vivere un’esistenza piena di difficoltà e pericoli e i suoi genitori, insieme a lui non sanno davvero più a che santo votarsi. Il padre, un 54enne, ha voluto lanciare un sos attraverso il nostro giornale. Eccolo, di seguito.
“Mi rivolgo a voi senza speranza che questa mia possa avere visibilità ma mi sento obbligato moralmente a provarci. Sono il papà di un ragazzino “speciale” in cura presso il reparto di neuropsichiatria infantile presso l’Ospedale Microcitemico di Cagliari. Il ragazzo deve assumere dei farmaci prescrivibili solo ed esclusivamente dal suddetto reparto (stupefacenti) dietro presentazione al medico di base di un piano terapeutico dal Reparto rilasciato. Tale piano terapeutico è scaduto nel mese di Aprile u.s. e quindi al ragazzo è preclusa la possibilità di assumere tali farmaci e le conseguenze sono (ovviamente) disastrose soprattutto durante le ore scolastiche dove, purtroppo, volano banchi e sedie mettendo in pericolo l’incolumità dei compagni e degli insegnanti (oltre alla sua ovviamente). Da aprile, ogni giorno, ho provato a telefonare al Reparto Ospedaliero segnalando le difficoltà e richiedendo la visita e il successivo rilascio del piano terapeutico o, in alternativa, la prescrizione farmacologica direttamente da loro. Un muro di gomma. Le faremo sapere siano sotto organico non abbiamo il tempo. Noi familiari non sappiamo più a che Santo rivolgerci, ci restate voi sperando che dando visibilità a questa situazione vergognosa dove viene negata la possibilità di condurre una vita “più normale possibile”, la situazione possa prendere una strada migliore. Ci ho provato, non so se questa mia verrà letta, verrà presa in considerazione, forse ci sono cose più importanti della salute di un ragazzo “speciale”, tanto speciale da essere abbandonato dagli istituti che dovrebbero contribuire a migliorare la qualità di vita di queste persone di chi li circonda. Forse basterebbe un caffè in meno e fare una ricetta in più? Non lo so. Scusate per lo sfogo. Grazie comunque se vorrete leggere e magari prendere a cuore il problema”.










