di Tiziana Mori
Continua la polemica tra maggioranza e opposizione sugli eventi natalizi a Quartucciu. Nel mirino l’evento “Natalizziamo”. Dopo l’evento flop intitolato ‘Quartucciu produce’ i consiglieri di minoranza Paolocci e Vacca evidenziano che “la Giunta prosegue imperterrita preannunciando un altro evento (“Natalizziamo”) che persino un consigliere della maggioranza, Gianni Pistidda non condivide e lo palesa durante una seduta in particolare con riferimento agli orari ‘insoliti’ di realizzazione dello stesso evento che dovrebbe svolgersi in via Rosselli.
Precisano ulteriormente i consiglieri di ‘Quartucciu Riparte’: “Restiamo stupiti a constatare che se da una parte il Sindaco e l’Assessore alla Cultura parlano di scelte condivise con gli operatori economici relativamente agli insoliti orari, dall’altra un consigliere di maggioranza, ancorché commerciante, esprime in Consiglio Comunale perplessità sulla questione. Pertanto, ci viene da supporre che o la tanto acclamata condivisione popolare di fatto non c’è stata o, come immaginiamo, è la condivisione con la maggioranza tutta a mancare. Ben vengano le iniziative che possono avvantaggiare i nostri commercianti anche se questo può significare armarsi di giubbotti pesanti, d’obbligo in questa stagione dell’anno. D’altronde, non ci sembra che i mercatini di Natale del circondario chiudano battenti al calar del sole. Dispiace constatare che in un momento di festa e di gioia la maggioranza è sempre meno coesa, tanto da non sostenere quelle poche iniziative che, a dispetto della carestia di fondi, vengono portate avanti da pochi loro rappresentati”. Se si vuole far ‘rinascere’ il paese il gruppo di Quartucciu Riparte con tutti i suoi sostenitori ritiene lo si debba fare in modo condiviso, coinvolgendo i cittadini e Tutti i commercianti, “ma sopratutto tenendo in considerazione le peculiarità della nostra città ove non vi sono vie principali, o caratteristiche destinate alla passeggiata simili al capoluogo di Regione cioè Cagliari, che si sta tentando di scimmiottare”, concludono Paolucci e Vacca.












