Un progetto incentrato sul Servizio Civile per lavorare sui giovani, stimolarli, accompagnarli nell’interesse per il bene comune e sviluppare così un sempre maggiore senso civico. Il Comune di Quartu ha partecipato al Bando nazionale in scadenza a gennaio e ora attende solo l’ok ministeriale per l’avvio del programma.
Costruito sull’inclusione e sull’utilità sociale nei servizi resi, il Servizio Civile Nazionale è il programma, che punta al potenziamento dell’occupazione giovanile. Le aree di intervento sono riconducibili a diversi settori, quali ambiente, assistenza, educazione e promozione culturale, patrimonio artistico e culturale, protezione civile. Il sistema prevede la partecipazione di vari attori, ovvero lo Stato, gli Enti e i volontari e prevede varie fasi: dal bando alla presentazione dei progetti, dalla valutazione all’approvazione dei progetti finanziabili, fino alla selezione dei volontari.
Il Comune di Quartu S. Elena ha pertanto presentato un progetto curato nello specifico dall’Assessorato alle Politiche Giovanili e Pubblica Istruzione, che in merito all’intervento hanno anche lavorato alla definizione degli obbiettivi e all’individuazione dei partner di progetto. In particolare per la predisposizione del Piano l’Ente si è avvalso della collaborazione dei formatori della Cooperativa sociale Cemea della Sardegna.
“A Quartu la popolazione giovanile rappresenta quasi il 20% del totale; sono infatti più di 10mila i residenti tra i 15 e il 29 anni, che diventano quasi 15 mila se si considerano anche quelli tra gli 11 e i 14 – spiega il Sindaco Stefano Delunas -. Si è pertanto studiato un progetto che possa coinvolgere e allo stesso tempo far crescere il senso civico nei ragazzi, anche in considerazione dell’incremento di atti vandalici e di episodi di bullismo e violenza nei parchi cittadini. Si punta pertanto ad attivare situazioni di controllo del territorio, di occupazione positiva del tempo e di utilizzo dei parchi come luoghi di aggregazione e di crescita, nonché all’apertura entro la fine del progetto di un nuovo centro di aggregazione giovanile in città.
Il progetto durerà un anno e intende coinvolgere i giovani in azioni di valorizzazione e difesa dei beni comuni. Il numero degli operatori volontari da impiegare nel progetto è di 8 unità, che ogni settimana saranno impegnati per 25 ore, suddivise in giorni. Costituiranno titolo preferenziale nella scelta dei candidati il possesso di un diploma di scuola media superiore, di pregresse esperienze in ambito di animazione verso i minori e i giovani, nonché l’organizzazione e gestione di iniziative a carattere culturale e ambientale.
Tra i partner dell’iniziativa figurano: Insigna, che promuoverà tramite i suoi canali informativi la possibilità di partecipazione alle attività del progetto; GSD Ferrini Basket, che collaborerà attraverso i propri istruttori, atleti, soci, con particolare riferimento alle attività di carattere sportivo e di inclusione delle disabilità; l’Università della terza età, che interverrà in particolare per ciò che concerne le azioni da svolgersi nel contesto scuola e nelle attività di promozione culturale e dell’istruzione; gli istituti comprensivi n. 4 e n. 5, nonché gli istituti di istruzione superiore Brotzu e Motzo, che si spenderanno per l’avvicinamento dei propri ragazzi a iniziative e manifestazioni; l’Ente Parco Naturale regionale Molentargius Saline di Cagliari e l’Associazione per il Parco Molentargius Saline, pronti a dare manforte su tutte le azioni che si svolgeranno nell’oasi naturalistica; la cooperativa sociale A.P.E.rtamente, che garantirà la collaborazione attraverso le proprie professionalità specifiche, così come farà ovviamente anche la già citata Cemea della Sardegna, anche per quanto riguarda i percorsi di valutazione e l’affiancamento dei volontari.
“Il progetto si concentra quindi soprattutto sui giovani, e con il supporto di genitori e insegnanti sviluppa un modello di attivazione e responsabilizzazione di tutti i soggetti – spiega l’Assessore alla Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili Elisabetta Cossu -. Il lavoro di gruppo è un ottimo ed efficace strumento di intervento con i ragazzi. Il gruppo rappresenta infatti un punto di riferimento per il soggetto in via di formazione, è un’occasione di scambio, motivazione e aiuto reciproco. È all’interno del gruppo d’altronde che per un adolescente si sviluppano il processo di formazione dell’identità e le capacità relazionali. Posto che l’obiettivo è quindi rispondere ai bisogni, agli interessi, alle suggestioni, degli adolescenti, si punta a favorire la loro espressione e praticare attività con loro. I laboratori nascono e rispondono ad autentici interessi e progetti dei giovani, promuovendo così il più possibile la capacità di autorganizzazione e di autogestione degli stessi, nonché la stima di sé e il riconoscimento delle proprie risorse personali. Tutto ciò attraverso il rispetto e lo sviluppo delle esperienze, a livello individuale e sociale”.











