Il passo carrabile per la propria auto a Quartu? In tanti lo vogliono, la prova è il numero di richieste di regolarizzazione arrivate al Comune tra il 2020 e il 2021: ben 2500, un numero giudicato dalla stessa amministrazione comunale “positivo”. Le pratiche sono già state istruite e si è quasi pronti per il rilascio delle autorizzazioni. Ma c’è anche una fetta di quartesi che non ha nessun obbligo edilizio ad avere un passo carraio ma che si è ritrovato lo stesso nella buca delle lettere la busta della società Abaco con la richiesta del pagamento della tassa. Le polemiche vanno avanti da giorni. Oggi, stando a quanto trapela, c’è stato un incontro tra Comune e Abaco: una prima verifica, non l’unica. L’altra, in programma domani, sarà con i vigili urbani e il settore dell’Ambiente che si occupa del suolo pubblico: sotto la lente d’ingrandimento finiranno soprattutto i passi carrabili realizzati tanti anni fa e che, oggi, i proprietari delle case chiedono di non voler più utilizzare. E il piano del Comune per risolvere un problema che sta creando sempre più caos in tutta la città, salvo stravolgimenti, sarà il seguente: chi non è obbligato ad avere il passo carrabile potrà “cancellarlo”, ovviamente dopo aver prodotto tutti i documenti utili. E bisognerà dimostrare che non si è obbligati ad averlo. Casi come quelli di un passo carrabile certificato da una concessione edilizia ma poi trasformato, per esempio, in un bagno di servizio, potrebbe non essere giudicato come motivo valido per evitare di pagare la tassa.
L’ultima parola spetta, ovviamente, al sindaco Graziano Milia. Domani è prevista una nuova verifica tecnica, poi il quadro della situazione dovrebbe essere decisamente chiaro. “Vogliamo agevolare i cittadini”, spiega, contattato da Casteddu Online, il vicesindaco Tore Sanna. “Raccoglieremo, attraverso Abaco e i nostri uffici, tutte le richieste dei cittadini legate all’esigenza o meno di avere un passo carrabile. Se dimostreranno che possono non averlo non pagheranno tasse e potranno eliminare lo scivolo”. Un’azione che, però, non potrà essere svolta dal Comune: “Sarà a spese di chi fa la richiesta, che dovrà contattare un tecnico che segua la pratica e provveda al ripristino dei luoghi”.










