Quartu Sant’Elena, l’odissea della Oss infortunata: “Vado avanti con 200 euro al mese”. Gigliola Locci, 45 anni, operatrice socio sanitaria in una casa di riposo ha una storia particolare, simile a un’ingiustizia: “Il 26 novembre, in seguito a una caduta sul posto di lavoro, ho riportato una frattura al braccio e lesioni ai tendini. È stata fatta la denuncia dal datore di lavoro all’INAIL e da quel momento sono in infortunio. In questi mesi ho fatto tutte le visite del caso, il medico di base ha mandato regolarmente i certificati di prosecuzione dell’infortunio all’INAIL e per i medici sarei in infortunio perché la guarigione, ancora oggi, non c’è stata. L’INAIL, invece, a fine febbraio mi ricapita una una lettera per posta ordinaria in cui dice che il 20 dicembre, e me lo recapita con due mesi e mezzo di ritardo, ha chiuso d’ufficio la pratica di infortunio senza avermi mai visto, mai sentito. Mi hanno dato un indennità di 300 euro per 20 giorni. Io sto rischiando di perdere il posto di lavoro e che tutte le spese che sto affrontando non mi vengano, a questo punto, neanche risarcite. Sto valutando di ricorrere alle vie legali, non so a questo punto quale sia stata la causa che ha bloccato tutto e non so come uscirne perché a lavoro non posso ancora rientrare, poiché nessun medico mi ferma il rientro in queste condizioni”.
Risentite qui l’intervista a Gigliola Locci di Paolo Rapeanu e Gigi Garau https://www.facebook.com/castedduonline/videos/558271258392197/
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