La rabbia, certo, ma anche qualche lacrima, versata per l’impossibilità di poter raggiungere in modo “cristiano” il loculo nel quale, da otto mesi, riposa la madre. Elena Dancardi, 49 anni, da otto mesi deve improvvisarsi “mini scalatrice” per scavalcare, con tutti i rischi del caso, una transenna che, ormai, fa parte dell’arredamento interno del cimitero di Quartu. Tutta colpa di un bando non ancora assegnato dall’amministrazione comunale per poter far partire dei lavori di riqualificazione e di sistemazione. Dove oggi c’è un gradino di circa 30 centimetri, in futuro ci sarà uno scivolo. Ma una data non c’è: “E io sono costretta a scavalcare ogni volta la transenna, rischiando di essere sgridata dai custodi o, peggio ancora, di cadere e farmi male. L’ho detto più di una volta a chi lavora nel cimitero, possono mettere tutti i cartelli che vogliono ma mia mamma ha la priorità, quando voglio portarle un fiore o pulire la sua lapide devo essere libera di poterlo fare”, racconta la donna: “Da quando l’hanno tumulata non mi è mai stato possibile raggiungere il suo loculo in modo normale, semplicemente camminando. E mio papà, che ha ottantaquattro anni, deve accontentarsi di vedere la foto e la tomba di sua moglie da lontano”. Non è la prima volta che ci sono polemiche sulle condizioni nelle quali versa il cimitero di Quartu. Sono stati autorizzati i lavori sulle lapidi, ma non gli altri.
La Dancardi ha anche scritto “al Comune di Quartu, con un’email rivolta direttamente al sindaco Graziano Milia. “Nel cimitero di Quartu hanno da diversi mesi terminato i lavori per una nuova ala, che si trova al secondo piano. I loculi sono stati occupati nella loro totalità sui due lati. L’accesso a tali loculi è però purtroppo precluso da un’odiosa transenna, messa per proteggere un gradino fuori misura, nel quale tempo fa è caduta una persona. La sicurezza prima di tutto, questo è ovvio, ma noi parenti dei defunti ci troviamo nella spiacevole situazione di non poter accedere all’ala e di non poter andare a mettere un fiore nella tomba dei nostri cari. Perlomeno, i più atletici e coraggiosi sfidano il personale saltando la transenna, con l’incubo di essere “scoperti” e presi a urla pubblicamente e il rischio comunque di farsi male. Il direttore ci ha spiegato che si attende la realizzazione di uno scivolo, cosa che si presume essere un lavoro di poche ore e nemmeno troppo oneroso. Spero che questa situazione possa essere risolta quanto prima, è già doloroso perdere una persona cara, ma non potersi nemmeno avvicinare alla tomba per mettere un fiore aggiunge dolore al dolore. Sono certa che lei, tanto attento alle esigenze dei suoi cittadini, metterà fine a questa situazione”. L’email è stata inviata “un mese fa. Ma, sinora, nessuna risposta concreta”.










