Credeva di averlo ucciso. Alessio Piludu, il 24enne finito a Uta per il tentato omicidio del quarantaseienne Luca Lobina, quando è arrivato nello sterrato accanto al cimitero di Quartu a poche ore dalla violenta aggressione, insieme ai carabinieri, credeva che il 46enne fosse morto. Sul posto, però, c’erano già altri militari impegnati nei rilievi e Lobina era già gravissimo al Brotzu: una notte di follia, terminata con una brutale aggressione. Lobina avrebbe aggredito Piludu durante la lite, scatenando la reazione del 24enne che l’ha colpito più volte al volto e alla testa. Con cosa, non si sa ancora con certezza. È sicuro che poi, con una tenaglia, ritrovata dai carabinieri nello sterrato, gli ha tagliato parte di un orecchio e del pene, prima di fuggire nel buio. Alle 8, insieme alla madre e alla fidanzata, si è presentato dai carabinieri della stazione di Sant’Avendrace, dicendo di avere ammazzato una persona. Ma Lobina, per quanto gravissimo, era ancora vivo: a notare il suo corpo e dare l’allarme, stando agli atti ufficiali, un uomo intento a sfamare alcuni gatti randagi, poco dopo le 6 di venerdì. Il ventiquattrenne, apparso al primo carabiniere col quale ha parlato in uno stato abbastanza confusionale, ha raccontato che la discussione è partita per un debito di droga di cinquemila euro, anche se non è chiaro chi dei due fosse il debitore. Sia Lobina sia Piludu sono pregiudicati proprio per reati legati agli stupefacenti. Piludu ha raccontato che Lobina ha cercato di accoltellarlo e che lui, per difendersi, ha perso la testa, colpendolo sino a lasciarlo esanime. I due, stando alle 47 pagine della relazione finita sul tavolo del pm Giangiacomo Pilia, sono arrivati in auto nello sterrato: i carabinieri hanno ritrovato una Nissan Micra, intestata ad una quarantaduenne quartese. Un coltello a serramanico senza lama è stato ritrovato, nel porta oggetti del passeggero, dentro la macchina. La scena, già nota da poco dopo le sette ai militari, faceva ben intuire cosa fosse capitato poche ore prima: oltre a coltello e tenaglia sono state trovate numerose tracce di sangue anche dentro la vettura e due denti, forse della vittima della brutale aggressione, oltre a una busta sporca di sangue, una giacca e un paio di occhiali. Sono stati eseguiti anche i rilievi medici tecnici e le ricerche di tracce ematiche da parte del medico legale Roberto Demontis che, su richiesta del pm e alla presenza del legale di Alessio Piludu, ha anche eseguito una verifica medica sull’indagato, riscontrando tumefazioni ed escoriazioni compatibili con un’aggressione. Emerge anche che il giovane finito in carcere per tentato omicidio, stando ad una confidenza fatta nei giorni scorsi da un familiare molto preoccupato a un rappresentante delle forze dell’ordine, avesse ripreso a fare uso di droghe che lo facevano mancare da casa anche per giorni e che lo rendevano violento e nervoso.
Alessio Piludu avrebbe fatto tutto da solo: stando alle testimonianze raccolte dai carabinieri , il 24enne è arrivato una prima volta verso mezzanotte e mezza, e avrebbe chiesto a Luca Lobina di poter dormire da lui. Il 46enne avrebbe rifiutato, sono volate urla e, verso le tre di notte, è scattata la follia: Alessio Piludu ha sfondato la porta dell’abitazione, ha trascinato fuori il rivale e, da lì, hanno raggiunto il terreno. Uno degli inquilini ha riconosciuto Piludu durante un confronto fotografico. Il fascicolo del tentato omicidio è tra le mani del pm Giangiacomo Pilia. Alessio Piludu, difeso dall’avvocato Pierandrea Setzu, sarà interrogato lunedì mattina dal gip. Al Brotzu, intanto, Luca Lobina si trova sempre in gravissime condizioni nel reparto di Rianimazione.











