Una porta verso il mare per il parco dove flora e fauna sono gli unici protagonisti che dimostrano l’incredibile meraviglia della natura: grande successo per l’inaugurazione della Porta di Pula del Gutturu Mannu, centinaia di persone hanno preso parte agli eventi che hanno caratterizzato la novità. Il sindaco Walter Cabasino: “Questo punto di accesso rappresenta un volano per l’offerta turistica dell’intero territorio.
Questi luoghi sono caratterizzati da una serie di percorsi e camminamenti che vogliamo mettere a sistema, come quelli utilizzati in passato dai carbonai, ma custodiscono anche attrazioni archeologiche e antiche tradizioni che attireranno certamente l’interesse dei visitatori”.
Manifestazioni e laboratori presi d’assalto anche anche dai ragazzi e dalle ragazze delle scuole: un modo per far avvicinare le nuove generazioni alla natura incontaminata e quale occasione migliore de non quella per celebrare il nuovo ingresso del parco che racchiude e conserva la biodiversità del territorio. Non solo: “L’apertura di questa porta del Parco può trasformarsi in una grande opportunità per creare sviluppo occupazionale, ma è necessario lavorare tutti insieme per migliorare la viabilità di queste montagne” ha espresso il primo cittadino i giorni scorsi durante l’inaugurazione.
Il Parco è un immenso patrimonio naturalistico e culturale e, come altre aree protette, dovrà funzionare da argine al dilagante inquinamento e all’aggressione alla natura. Inoltre, giocherà un ruolo fondamentale nel dialogare con tutto il territorio circostante per partecipare attivamente e da protagonista allo sviluppo e alla crescita delle comunità che vivono al suo interno.
I numeri e le curiosità del Parco Naturale Regionale di Gutturu Mannu. Nasce il 24 Ottobre del 2014 dalle ceneri del Parco Regionale del Sulcis (previsto dalla Legge Regionale n. 31 del 1989 e mai istituito) ed è misurabile in 18.030,50 ettari. Già individuata negli anni ’70 dall’UNESCO all’interno del programma Man and Biosphere, un progetto che istituiva una rete di Riserve della Biosfera in tutto il mondo, l’area del Sulcis era stata scelta da questo programma come riserva del leccio (Quercus ilex) per l’area del mediterraneo.
Questo perché l’intera superficie (circa 40 mila ettari), è caratterizzata da una continuità fisionomico-strutturale vegetazionale senza soluzione di continuità, e costituisce la foresta di sclerofille più estesa di tutta l’area mediterranea.
Qui trova spazio oltre il 50% delle specie floristiche della flora sarda, in particolare 1235 specie, 210 sottospecie, 24 varietà e 10 ibridi, riferibili a 584 generi e 130 famiglie. Sono ben 18 le specie esclusive di quest’area. A questa grande diversità floristica corrisponde un’enorme diversità vegetazionale con i boschi di leccio (Quercus ilex) che la fanno da padroni, dalle quote più basse fino alle cime più elevate (Is Caravius 1113 metri slm). In alcuni canaloni particolarmente selvaggi del monte Lattias (1087 Metri slm) mai percorsi dal fuoco e scampati alle motoseghe, esistono ancora rari lembi di foresta primaria; si tratta di paesaggi ancestrali di grande bellezza e suggestione. Più a valle, dove dominano i substrati graniti, si estendono vaste superfici a sughera (Quercus suber). I versanti esposti ai quadranti meridionali e più xerofili ospitano invece importanti formazioni a olivastro (Olea europaea var. sylvestris) e ginepro (Juniperus oxycedrus).
Numerosissime le altre specie arbustive della macchia mediterranea, tra cui il corbezzolo (Arbutus unedo), l’erica (Erica arborea), il lentisco (Pistacia lentiscus), le filliree (Phyllirea angustifolia e P.latifolia), il carrubo (Ceratonia siliqua). Nei fondi valle, lungo i torrenti, prevalgono i boschi ripariali di ontano (Alnus glutinosa), di salice (Salix purpurea) e di oleandro (Nerium oleander).
All’interno di questo esteso e complesso compendio boschivo trova rifugio una ricca e variegata fauna con alcune delle specie endemiche di maggiore rilevanza presenti in Sardegna. Tra le più importanti, dal punto di vista zoogeografico, si segnala il Cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus), qui presente con la popolazione più numerosa presente nell’isola, l’Astore (Accipiter gentilis arrigonii), il Gatto selvatico(Felis silvestris var. libyca) e il Geotritone dell’Iglesiente (Speleomantes genei).










