Un piccolo giro per le vie del paese di Pula ci permette di vedere in questi giorni di festa come il ricordo delle vecchie tradizioni riaffiora, e lo si puo’ vedere proprio nelle cose piu’ semplici quale il pane,quello delle feste .E noi abbiamo visto per voi e cercheremo di portarlo nelle vostre case con foto e racconti di antiche memorie. Ormai tutto è pronto, in “sa mesa de fai su pani” sono presenti gli arnesi necessari per il grande momento della lavorazione del pane. “Davantali biancu ricamau e muncadori in conca”, le sue mani che impastano in “sa xifedda” farina, acqua, sale e “su fromunte”. Mi colpiva vedere come dopo la lavorazione, l’impasto venisse inciso, in segno di benedizione e ringraziamento , con il segno della croce; così ricorda la nipote di zia Savina Vargiu, Paola Mereu.
Quando ero piccola, poco prima della ricorrenza delle principali festività come Natale e Pasqua, mia nonna era solita ripetere quelle vecchie tradizioni pulesi che si tramandavano di madre in figlia. Questi momenti erano inoltre scanditi dai lunghi racconti con i quali nonna Savina ripercorreva con tanta nostalgia e allo stesso tempo tanto entusiasmo i gesti appresi nella sua giovinezza, quando ci si riuniva in casa con le donne del vicinato per la lavorazione del pane. Così raccontava come il corso dell’anno fosse scandito dalla produzione di pani cerimoniale e rituali, caratterizzati da forme speciali associate a particolari occasioni, quali matrimoni “ pani po sa coia”, battesimi e pane per i bambini. Panni sopra “sa xifedda” per coprire l’imposto in essa contenuta e dopo un po’ d’attesa iniziava a prendere forma il pane del mio ricordo.
Per Natale e in particolari altre festività era solita fare “su pani pintau”, piccoli coccoetti che con grande maestria venivano rigorosamente sforbiciati a mano e che si arricchivano di decori e segni che si trasformavano in pane festivo. Era solita usare per la decorazione del pane forbici, coltellini e “is sarrettas”. Dopo la cottura questo raffinato lavoro avrebbe dato vita al pane simbolo della nostra tradizione. Con dei tocchi di zafferano precedentemente sciolto in un po’ d’ acqua decorava il pane. Per Pasqua invece era solita fare “su pani cun s’ou o is anguliasas”, piccole forme di pane decorate, piccoli pulcini, cestini e quant’altro la fantasia le suggerisse, in ognuna delle quali era inserito un uovo. Ancora oggi è vivo il ricordo del profumo di questo pane appena sfornato che veniva disposto in un “su canisteddu”, sopra un letto di ciuffi di finocchietto selvatico, che arricchiva il pane di un aroma eccezionale. Tutt’oggi, , nel nostro forno cerchiamo di tenere fede alle antiche tradizioni che nonna Savina ci ha trasmesso, sapendo che ogni pane racchiude in se una storia, una tradizione, la bontà di un sapore antico ma sempre vivo. Il pane delle feste che viene presentato ai turisti e ai cittadini è un pane speciale perché ricco nn solo di tradizione antica ma sopratutto d’amore e questo lo sanno bene tutti i panifici del paese , quello di Mereu che vanta 50 anni di produzione e un susseguirsi di generazioni.il panificio Olla Paolo che con grande maestria ed eleganza ci affascina , ma che con il delicatissimo profumo di anguliasas e di colomba pasquale attira i clienti da ogni dove,ma gli Olla il pane lo hanno nel cuore ,sono tre i panifici che vantano questa insegna , tre fratelli che ogni giorno portano il frutto della terra nella tavola di moltissimi Pulsi e nn solo. Il pane mille sapori e mille varietà , persino un panificio nn locale trova consensi ,con tradizioni Teuladine lavorazione e sapori diversi. voglia di assaggiare ?Pula ,nn solo mare ,non solo territorio ,ma anche tradizioni , anche Pane da amare.Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita della presentazione del pane pasquale.












