PROFILI FALSI SU INSTAGRAM PER ADESCARE RAGAZZINE SARDE.
Perché persiste il problema?
Perché l’attenzione è erroneamente concentrata sugli adescatori.
Mentre la responsabilità è dei genitori, insufficientemente attenti alla vita virtuale dei loro figli, e sopratutto dei “nostri” politici che abbandonano i bambini e gli adolescenti nel web perché non vogliono mettere le necessarie regole ai gestori dei social network.
Infatti l’adescamento e il cyberbullismo sono strettamente correlati con la possibilità, offerta dai social network, di costruire profili falsi e di trasmettere i contenuti pedopornografici e/o offensivi tramite gruppi/canali segreti o chat protette con la crittografia “end to end”
Ogni anno lo Stato Italiano spende centinaia di migliaia di euro per inviare psicologi, pedagogisti e assistenti sociali nelle scuole al fine di contrastare la dilagante epidemia digitale. Eppure, a costo zero, i “nostri” politici potrebbero prevedere interventi legislativi mirati per ridurre, almeno del 70%, i casi di adescamento e cyberbullismo.
Ecco che cosa bisogna fare:
1. prescrivere ai gestori dei servizi web di identificare gli utenti (minorenni e maggiorenni) tramite il riconoscimento dell’impronta biometrica associata ad un’apposita “patente digitale” che attesta l’identità del navigatore online. Solamente in questo modo è possibile evitare la costruzione di profili falsi che possono essere utilizzati per commettere reati;
2. oscurare i social network che prevedono la possibilità di postare ricorrendo all’anonimato o di costituire gruppi e/o canali segreti;
3. vietare il sistema di crittografia “end to end” perché ostacola la possibilità di svolgere indagini giudiziarie;
4. prescrivere ai gestori dei social network e di messaggistica la costruzione di un algoritmo che blocchi i contenuti pedopornografici e pornografici in modo da ridimensionare i rischi di revenge porn e di diffusione illecita di contenuti sessuali;
5. vietare ai minori di anni 13 l’accesso ai social network perché privi delle necessarie per funzioni cognitive per utilizzare in modo adeguato le nuove tecnologie;
6. sanzionare penalmente i genitori che regalano ai bambini e ai pre adolescenti lo smartphone e introdurre nella legge 184 del 1983 (che disciplina gli istituti dell’affidamento e delle adozioni), l’articolo 8 bis per i casi di “abbandono virtuale” dei minori di anni 14, sempre più frequentemente lasciati sul web (social network, videogiochi PEGI 13, 16 o addirittura 18) senza adeguato controllo dei genitori.
Ma tutto questo ovviamente non si farà perché nell’era del super capitalismo non si vuole rompere l’alleanza tra i politici e le multinazionali.
Luca Pisano, Osservatorio Cybercrime Sardegna











