“In questo periodo di pausa dagli sbarchi per le condizioni di maltempo, ci piace pensare che qualcuno stia lavorando per risolvere i problemi in vista della terza estate consecutiva di “emergenza immigrazione”. Il sindacato autonomo di Polizia, per voce di Luca Agati, tiene alta la guardia: “Il virgolettato è chiaramente provocatorio – dice Agati – poiché già dal primo anno eravamo consapevoli che di emergenziale non c’era nulla, ma ci stavamo solo affacciando ad una nuova e sconosciuta attività, molto più complessa e molto più impegnativa. Lo stesso appello lo avevamo lanciato anche l’anno scorso quando un centinaio di nordafricani sbarcarono inaspettatamente sulle coste del Sulcis e furono stipati a dormire in terra nella nostra Caserma Carlo Alberto in viale Buon Cammino, proprio perché nessuno si aspettava un arrivo così consistente. Incontrammo il Prefetto, dopo pressanti insistenze, che ci rassicuró raccontandoci una serie di fantasie rimaste purtroppo tali”.
LAVORI IN CORSO. “Oggi ancora facciamo i conti con i nord africani appena arrivati stipati in caserma liberi di osservare, fotografare, memorizzare dettagli di vita operativa delle nostre strutture, mediatori che fungono da controllori di migranti in attesa di fotosegnalamento in una struttura assolutamente inidonea a questo tipo di attività, un ufficio immigrazione in condizioni ancora precarie. Ad onor del vero – afferma Agati – dopo le nostre rumorose denunce, sono stati assegnati nuovi uomini, le sedie allo sportello sono state finalmente sostituite, le penne per scrivere le abbiamo regalate noi ed entro la prima metà di febbraio, inizieranno i lavori di adeguamento della sala di attesa, archivio ed uffici. Manca però un centro funzionale per il trattenimento degli stranieri irregolari che con ogni probabilità placherebbe quantomeno le partenze dal nord Africa, molto numerose vista la carenza che permette ai giovani rigorosamente minuti di zainetto in spalla, di ricevere l’espulsione e potersi dirigersi in ogni parte d’Italia. Anche Cagliari ha purtroppo risentito molto di questa falla sia per ragioni di gestione delle pratiche legate all’immigrazione, sia per questioni di microcriminalità visto che i giovani stranieri non risparmiano azioni criminali per guadagnarsi piccole cifre per il proprio sostentamento o più semplicemente per pagarsi il biglietto del traghetto. La speranza, come detto, è che qualcuno oggi stia lavorando per arginare quanto scritto anche se ormai siamo abituati ad una gestione del momento, senza alcuna preventiva pianificazione. Questo è il momento di scegliere, di agire, non cadere dalle nuvole con l’avvento della bella stagione affermando che l’immigrazione è un’emergenza e come tale deve essere trattata. Speriamo quanto scritto non rimanga un’utopia, anche perché, in caso di mancanze, saremo pronti a scendere in piazza proprio per evitare il terzo anno di “emergenza immigrazione”.












