Scoppia la polemica sui ragazzi dell’Eleonora d’Arborea di Cagliari lasciato senza le macchinette per bibite e cibo e con la ricreazione ridotta. La dirigente scolastica ieri ha precisato che i distributori dovrebbero arrivare a breve e che, per quanto riguarda la pausa, le regole sono sempre le stesse: nessun liberi tutti ma un break controllato e monitorato dai docenti. Ma è guerra: sui social fioccano centinaia di commenti. Da un lato ci sono gli alunni dell’istituto e i loro genitori, dall’altro chi ha i figli in altre scuole o, a prescindere, boccia senza appello le ragioni della protesta. “Mia figlia frequenta quella scuola, posso affermare che questa protesta non riguarda solo la possibilità di usufruire di una macchinetta per cibo o bevande, ma va ben oltre. La scuola è fatiscente, ci sono porte che non si possono utilizzare perché vi è il rischio che cadano addosso agli alunni e ai docenti, nonché ai collaboratori, il piano interrato è soggetto ad allagamenti, ogni anno solite problematiche e non mi pare ci siano state migliorie. Ora non dimentichiamo nemmeno che i nostri ragazzi arrivano da una pandemia che in molti casi ha leso la loro socialità e che pian piano stanno cercando di recuperare,con gran fatica da parte delle famiglie, che supportano affinché non ci sia abbandono scolastico”, scrive Alessandra Uda. Pensiero diverso è quello di Emanuela Canepa: “La macchinetta del caffè a scuola? Ma siamo seri? È un valido motivo di protesta? Ha fatto bene il dirigente a mettere note”.
Anna Corso ricorda che “prima non esistevano le macchinette ma ci si portava la merenda da casa, era decisamente più sana, e non c’erano problemi. A scuola si deve pensare più allo studio che alla ricreazione”. Interviene anche una ex studentessa, in difesa degli attuali alunni e alunne: “Le motivazioni di questo sciopero sono ben più importanti di “una macchina del caffè”, questa scuola è da anni che funziona male per non dire che non funziona proprio. Ci sono stata 5 anni, dal 2016 al 2021. Ed ogni giorno ci cadevano pezzi di muro in testa sia in classe sia in bagno. Ogni anno il piano terra si allagava ed i ragazzi andavano a fare lezione in aula magna perché non c’era altro posto disponibile, ed ora invece che ampliare le classi le hanno diminuite per fare spazio agli uffici, uffici che quasi mai, quando andavo io, erano disponibili, i problemi di questa scuola sono veramente infiniti. Uscire alla ricreazione a due a due, dopo che questi ragazzi sono stati chiusi in casa per 2 anni, senza avere contatti fisicamente e personalmente con loro coetanei, non aiuta alla socializzazione, perché tanto la disgrazia può capitare anche davanti ad un’insegnate”, così Giulia Lamonica. Tra la pagina Facebook e Instagram del nostro giornale i pareri e le prese di posizione sono centinaia. L’unico augurio, alla fine, è che i ragazzi possano seguire le lezioni serenamente e avere la possibilità, così come sino allo scorso anno scolastico, di acquistare uno snack o un caffè anche dentro la scuola.










