di Sandra Sergi, Cagliari
Stamattina ho deciso di fare una passeggiata a Marina Piccola. Parcheggio nello sterrato e nel frattempo che facevo il giro dell’auto per portare giù il seggiolino della bimba mi si avvicina un uomo sui 40 anni vestito con sandali, pantaloni corti e canottiera. Inizialmente mi saluta e ricambio poi si avvicina sempre di piu’ e si offre di aprire il porta bagagli per aiutarmi con la carrozzina. Con molta calma lo ringrazio e gli faccio notare che sono in grado di fare da sola e lui con marcato accento cagliaritano esordisce così: “Ci sono parecchie persone di colore che rompono i vetri e bucano le gomme delle macchine. Dammi la mancia e vedrai che non succederà nulla”.
A me invece succede ben altro. Quando parcheggio sotto casa i ragazzi di colore mi si avvicinano per scambiare due chiacchiere e chiedermi come sta la bimba. Mi chiamano per nome. Ogni tanto sono io che porto loro una pizzetta o rovisto nella borsa per la mancia. Ogni tanto compro loro qualcosa. Oggi ho avuto paura che al mio ritorno ci fosse una brutta sorpresa e ho dovuto PAGARE. Ho pagato per una passeggiata che non mi sono fatta. Ho pagato per aver lasciato la macchina al sole. Ho pagato perché potessi ritrovarla come l’avevo lasciata.











