“Una lunga vita, un percorso non facile ma sempre affrontato con forza e determinazione” ha raccontato la figlia Rita. “5 ottobre 1923, un periodo storico difficile in cui non sono mancate le vicissitudini familiari che hanno segnato profondamente la sua esistenza. Nasce a Roma, la madre muore per complicazioni dopo il secondo parto, lei ha solo due anni. Rientra in Sardegna per le seconde nozze del padre e cresce nella nuova famiglia nutrendo un profondo affetto per le sorelle e per l’unico fratello. A soli diciassette anni partorisce il suo primo figlio e convola a nozze riparatrici. La guerra non dà tregua, il marito in trincea, la povertà, la fatica dei lavori umili intrapresi per sostentare i figli, che arrivano a breve distanza l’uno dall’altro, forgiano il suo carattere. Determinata nel voler garantire alla sua numerosa famiglia un futuro sereno si adopera, nel dopo guerra, alla ricerca di un lavoro più stabile e all’età di 25 anni, finalmente riesce nel tuo intento. Esempio di laboriosità, onestà e generosità, disprezza la passività e l’apatia. Donna moderna, sempre al passo con i tempi e benché credente e praticante, mai bigotta e puritana. Purtroppo la vita le riserva altri dolori, la morte di tre dei suoi sette figli ne hanno incrinato il fisico e il sorriso”. Giovedì è stata celebrata anche una messa in suo onore, per ringraziarla di tutto ciò che ha fatto in questo secolo di vita vissuto.










