“I malati vanno curati, riaprite i pronto soccorso”. È la frase contenuta nello striscione appeso dai sindacalisti dell’Usb Sanità sul muro del Santissima Trinità di Cagliari, nel giorno della grande protesta del mondo della sanità in città: “Lanciamo l’allarme dalla roccaforte del fallimento della sanità regionale. Il pronto soccorso di Is Mirrionis è chiuso da dicembre 2020, insieme a quello del Marino. Policlinico e Brotzu sono caricati totalmente, è inaccettabile”, tuona Gianfranco Angioni. “I lavoratori sono stremati dai carichi di lavoro, mancano infermieri e Oss. Bisogna riconvertire in Covid tutti gli ospedali, ormai i positivi sono ovunque. Così potremo avere le indennità per le malattie infettive e tutti i finanziamenti adeguati per far fronte al tanto lavoro. Al Brotzu”, sostiene Angioni, “agli Oss vengono fatti contratti di uno o due mesi, sono trattati come bestie”. Insomma, la ricetta dell’Usb è semplice: il virus circola ovunque, in tutti gli ospedali? La conversione dev’essere immediata.
Davide Musolino è uno degli infermieri del Brotzu: “La situazione è drammatica, tanti operatori sanitari contagiati e crisi nei reparti, saltano pure le ferie e i riposi. Così non si può continuare”, urla Musolino. “Servono contratti stabili per il personale a tempo determinato e fondi per la sanità che, pian piano, sta morendo. In Chirurgia Vascolare abbiamo ridotto gli interventi ai pazienti bisognosi di cure, e quelli fondamentali, a tutela della vita. Sui turni viviamo un dramma, le ore in più non ci vengono pagate”. Angioni chiama in causa l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu: “Apra i posti delle terapie intensive, sinora ha fatto solo propaganda. Al Brotzu ci sono pazienti intubati in Rianimazione, nella sala operatoria”.









