Casellati silurata, nel centrodestra è caccia ai franchi tiratori. Centrosinistra non pervenuto

Quinta fumata nera nell’elezione per il presidente della Repubblica. Il centrodestra in frantumi: alla coalizione che ha proposto la presidente del Senato sono mancati 71 voti. Sotto accusa Forza Italia, Meloni: noi leali, la Lega anche. Salvini in tilt, Letta & co spariti dai radar. E’ ancora caos, mentre risalgono le quotazioni di Casini, Draghi e Mattarella


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Stando a quello che dicono tutti, è stata lei a spingere per essere candidata. Elisabetta Casellati, presidente del Senato e dunque seconda carica dello Stato, si è consegnata volontariamente sull’altare sacrificale del centrodestra, che in lei ha indicato il primo nome ufficiale condiviso. Evidentemente aveva fatto male i conti: pensava le sarebbero mancati il 10% dei voti, gliene sono mancati quasi il 20%. Annunciata con le grancasse da Meloni e Salvini, per la portata istituzionale e per il fatto di essere donna e ovviamente tralasciando tutte le polemiche che la riguardano come quella sull’eccessivo uso dei voti di Stato, Casellati è uscita dalla quinta votazione sconfitta e non più proponibile: 382 voti, lontana anche da quella che era considerata la soglia minima dei 400 a fronte dei 453 grandi elettori di coalizione. Immediata la caccia ai franchi tiratori, con la Meloni che giura sulla lealtà di Fratelli d’Italia e Lega e senza citarla accusa Forza Italia di tradimento. Polemiche anche per la presenza della Casellati durante lo spoglio, mentre per garbo istituzionale sarebbe dovuta uscire visto il coinvolgimento diretto.

Gli astenuti sono stati pari a 406. Sergio Mattarella ottiene 46 voti, 38 vanno a Di Matteo, 8 a Berlusconi, 7 a Tajani e altrettanti a Cartabia. Casini incassa 6 voti mentre Draghi ne ottiene 3, Belloni 2. Le schede bianche sono state 11, le nulle 9. In tutto 530 i votanti, i presenti 936.

Alle 17 seconda votazione, con nessun accordo, almeno ufficiale, all’orizzonte. “Non escludo l’ipotesi che possa esservi anche un Mattarella bis, sarebbe il fallimento di chi voleva fare il king maker e non l’ha fatto”, dice Renzi riferendosi naturalmente a Salvini. Dal centrosinistra grandi critiche agli avversari ma nessuna controproposta.


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