I palloncini bianchi lanciati verso il cielo, colore dell’innocenza ma anche della purezza, valore che ha accompagnato tutta la vita di suor Giuseppina Derudas: è forse questo il “frame” più toccante dell’addio alla religiosa 78enne, travolta e uccisa sulle strisce pedonali in via Puglia a Cagliari tre giorni fa dall’auto guidata da un 43enne, Paolo Cannas. Stava tornando da un funerale, suor Giuseppina: i soccorsi, per quanto rapidi, si sono purtroppo rivelati inutili. Prestava servizio nella suola materna di piazza Medaglia Miracolosa da tanti anni: amata dai bambini, dai loro genitori e da tutto il rione cagliaritano. Ma era conosciuta anche nel resto della città e nei paesini sardi dove aveva svolto il suo prezioso servizio religioso, suor Giuseppina. Il funerale è stato officiato da monsignor Giuseppe Baturi, che ha ricordato tutte le opere svolte, nel solco della carità cristiana, dalla settantottenne. Le lacrime hanno rigato i volti di tutti i bimbi della scuola materna e anche di chi, oggi trentenne e quarantenne, ancora ricorda le giornate passate nelle aule, potendo sempre contare sul sorriso rassicurante della suora.
Un addio commosso, con un lungo applauso che ha accompagnato l’uscita della bara dalla chiesa, prima dell’ultimo breve viaggio verso il cimitero di San Michele: “Avevi il sorriso e la gioia negli occhi. Proteggici e continua a pregare per tutti noi dal paradiso, suor Giuseppina”.











