Caos Palestre della Provincia: migliaia di atleti ancora senza casa.
In Sardegna, e nell’hinterland cagliaritano in particolare, vietato fare sport. La causa? Ancora una volta sempre e solo una burocrazia autoreferenziale che tiene conto solo dei suoi tempi e non dei soggetti che dovrebbe in qualche modo supportare ed agevolare.
Dopo il clamoroso sciopero della Fipav Sassari che ha minacciato la cancellazione dei campionati nella provincia del nord si profila un’altra clamorosa protesta da parte delle società sportive, stavolta di tutti gli sport, nell’area metropolitana di Cagliari.
Da anni le associazioni sportive chiedono infatti la modifica delle modalità di assegnazione degli impianti sportivi.
Come primo punto, nonostante l’avviso pubblico sia datato 26 Luglio, la scadenza per la presentazione delle domande è stata fissata al 2 settembre, data in cui normalmente le attività dovrebbero iniziare la stagione sportiva.
Al secondo punto le società attendevano una revisione dei canoni concessori, considerati troppo alti in relazione sia alla crisi economica generale, che ai correnti prezzi in tutte le strutture pubbliche in tutta Italia, dove anzi spesso gli impianti e le strutture vengono messe a disposizione gratuitamente riconoscendo sia l’alto valore sociale dello sport, sia i risparmi sulle spese sanitarie per la collettività grazie all’aumento dell’attività fisica tra la popolazione.
Oltre al costo elevato, quest’anno è stato anche reinserito il servizio (per chi?) dei Nonni vigile, dove un’associazione senza fini di lucro, partecipando al bando, si è aggiudicata il servizio di apertura e chiusura delle palestre, con un costo aggiuntivo, sempre a carico delle associazioni sportive di 3 euro all’ora.
Pur comprendendo il valore sociale del coinvolgimento di anziani in attività extra, non si capisce il motivo per il quale il costo di questa attività debba essere imposta alle casse già provate delle associazioni sportive, già vessate da un canone elevato e non invece a carico dei Servizi Sociali.
Basta fare due calcoli: 3 euro sembrano poche, ma moltiplicate per 4 ore di allenamenti al giorno per 5 giorni alla settimana comportano un costo di 240 euro al mese. Ossia quello che una società riesce a recuperare con le quote da un intero gruppo giovanile. E per cosa poi? Per aprire e chiudere una porta di una palestra?
Con avviso del 2 agosto la Provincia fissa al 23 settembre il termine per la presentazione delle domande da parte delle associazioni di volontariato impegnate in favore di anziani, e al 25 settembre alle ore 10 l’apertua dei plichi.
25 Settembre? Ma come? Ma se le società dal primo settembre dovrebbero iniziare le attività, come è possibile che la Provincia fissi il termine del bando per i “custodi delle palestre” al 25 settembre? Ancora una volta la burcrazia si rivela sorda alle esigenze delle società.
Infatti, fino a quando questa operazione dei nonni vigile non è arrivata a conclusione non è stata data la possibilità alle associazioni di accedere alle palestre nel mese di settembre.
Ma la cosa che ancor di più ha irritato le società sportive è stata l’assenza di comunicazioni e trasparenza a riguardo, poiché nel sito della Provincia non è stato pubblicato alcun documento dove viene comunicato il nome dell’assiciazione di volontariato, per cui ad oggi non si conosce né l’associazione né il responsabile a cui rivolgersi per conoscere le modalità ed i tempi di accesso alle palestre.
Il 26 settembre è stata pubblicata la graduatoria delle domande delle associazioni sportive per la concessione degli impianti sportivi per la stagione 2013-2014.
Il 7 ottobre viene approvato il piano di assegnazione degli impianti sportivi delle scuole superiori della Provincia di Cagliari, dove viene specificato che le società che avessero voluto avere subito (subito? Ma se avrebbero dovuto iniziare il 1 settembre?) la concessione degli impianti avrebbero potuto presentarsi direttamente in assessorato o chiamare per appuntamento.
Dopo la pubblicazione del piano diverse società si sono presentate in assessorato per ottenere come indicato sul piano stesso l’immediata disponibilità delle palestre…
…ad oggi l’unica palestra disponibile è il Pertini, perché l’accesso viene gestito direttamente dalla scuola tramite i suoi bidelli… per le altre i nonni sportivissimi appaiono essere ancora alla ricerca delle chiavi.
E nel frattempo migliaia di atleti sono ancora fermi e in cerca di una palestra dove iniziare gli allenamenti.
Le associazioni sportive si chiedono: per quanto ancora deve durare questa dimostrazione di inefficienza organizzativa da parte della Provincia?
In fondo vogliono solamente poter praticare sport.
Francesco Mancino












