Resta rinchiuso nel carcere di Uta Alessio Desogus, il pastore 21enne di Quartu che, due notti fa, ha accoltellato a morte Luca Mameli, 35 anni, di Capoterra, nel lungomare Poetto di Quartu, davanti all’Opera Beach. Davanti al gip Roberto Cau, il giovane ha solamente confermato la primissima versione, cioè quanto dichiarato al pubblico ministero Nicola Giua Marassi nella stazione della polizia, la sera successiva al fatto, poi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Mentre le indagini dei poliziotti vanno avanti, per Desogus non scatta nessun alleggerimento e resta in carcere per omicidio volontario. Ed emergono nuovi particolari legati alle dichiarazioni fatte due sere fa da Desogus alla presenza del pubblico ministero e della sua assistita. Ha affermato di non avere mai visto prima Luca Mameli e che i due gruppi erano composti prevalentemente da 4 almeno quattro persone (quello di Mameli) mentre, oltre alla presenza del fratello maggiore, non ricorda quante altre persone fossero insieme a lui. La rissa sarebbe scoppiata all’improvviso e solo in quel momento, nel tratto del lungomare dove è stato accoltellato il 35enne di Capoterra, si sarebbe radunata “molta gente”. Il pm ha chiesto la custodia cautelare in carcere e, vista la situazione, la conferma è praticamente scontata.
“Valuterò il da farsi. Che ci sia stata una rissa dove tutti erano alterati dall’alcol è un dato pacifico”, spiega la legale di Desogus, l’avvocato Maria Lucia Mancosu: “Il mio assistito, anche oggi, ha confermato che non era sua intenzione uccidere ma allontanare il 35enne e anche altre persone. Se ci sia davvero stata una sfida alcolica è un punto che va chiarito. Alessio Desogus ha detto che sa che ha un peso che si porterà dietro tutta la vita e di avere creato un dispiacere non solo alla famiglia della vittima ma anche alla sua”.











