Si è appena conclusa l’udienza alla Corte d’Assidd di Bologna per l’omicidio di Alessandra Matteuzzi, uccisa brutalmente sotto casa sua il 23 agosto 2022 dal suo ex 28enne Giovanni Padovani. L’omicida è stato condannato all’ergastolo e sono state confermate le aggravanti di stalking, motivi abietti, vincolo del legame affettivo e premeditazione. Un omicidio tremendo anche per le modalità con cui è stato effettuato: Alessandra, infatti, fu uccisa a calci, pugni, martellate e infine colpita con una panchina.
La sorella della vittima, che ha visto il volto bellissimo della sorella sfigurato dalla furia e cieca violenza di Padovani, non ha mai smesso di lottare per avere giustizia e ha voluto che le foto della sorella massacrata fossero mostrate in aula. Padovani ha anche voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee: “Ci sono due famiglie distrutte a causa del sottoscritto, per un gesto gravissimo e imperdonabile. Ma per queste due famiglie a mio parere da una parte dei giornalisti non c’è stato rispetto, siamo stai alla loro mercé. Non c’è stato rispetto per Alessandra, per la sorella, la madre, per i suoi nipoti, per mia madre, additata come madre di un assassino, ma anche lei è una donna”.
Parole che non lasciano indifferenti e sembrano una provocazione. Padovani conclude: “Ho sentito la parola ergastolo, se voi ritenete che tutto quello che è stato fatto nei mesi precedenti al reato siano cose normali, e non anormali, da una persona che comunque aveva dei disturbi e ha dei disturbi. Se voi pensate che quello che è successo, che un uomo che ammazza una donna con quella ferocia lì sia una cosa normale, c’è da mettersi le mani nei capelli e tirarseli molto forti. Se voi pensate che fosse normale allora pretendo l’ergastolo, voglio stare ogni giorno, ora, minuto in carcere. Quello che è successo è gravissimo, perché c’è una persona che non c’è più. E non si può fare più niente. E qui dentro, io non vorrei stare dalla parte dei giudici perché la loro è una decisione difficile. Abbiamo perso tutti, non ci sono nè vincitori né perdenti”.












