Olbia, fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata: 3 persone ai domiciliari

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Sassari ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di 3 persone per i delitti di emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata ai danni dello Stato.


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Olbia, fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata ai danni dello Stato: 3 persone ai domiciliari.

Ieri mattina la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Sassari ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di 3 persone, per emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata ai danni dello Stato.

L’indagine, sviluppata dal Gruppo Olbia e diretta dalla Procura della Repubblica di Tempio Pausania, trae origine da alcune denunce presentate nel 2022 dai proprietari di diversi appartamenti di condomini della cittadina gallurese che avrebbero individuato, nei loro cassetti fiscali, cessioni di crediti per lavori di efficientamento energetico, in realtà mai eseguiti.

Le indagini, avviate nel 2022, sono state svolte attraverso l’analisi di copiosa documentazione contabile e fiscale da parte della Procura della Repubblica, con l’ausilio della Guardia di Finanza che si è avvalsa dei dati estrapolati dalle banche dati in uso al Corpo.

Secondo le ipotesi di reato contestate, gli indagati avrebbero realizzato un complesso sistema illecito basato sull’utilizzo di due distinte società, con sede legale a Roma, costituite per l’emissione di fatture false finalizzate, da un lato, a simulare l’esistenza di spese mai sostenute, dall’altro, a creare fittiziamente il presupposto costitutivo del diritto alla detrazione fiscale.

L’intero disegno fraudolento sarebbe stato realizzato in particolare con la complicità di un tecnico professionista, incaricato dell’asseverazione dei lavori.

L’ordinanza cautelare dispone, oltre agli arresti domiciliari nei confronti dei legali rappresentanti delle società romane e del citato professionista, il sequestro preventivo, volto ad impedire la reiterazione del reato, di circa 5 milioni di euro di crediti in capo alle società e il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, per equivalente, di beni ed altre attività riferibili agli indagati e alle società fino a concorrenza di circa 400 mila euro.


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