La chiusura dei negozi ventisei domeniche su cinquantadue subisce una netta frenata. È la Lega a tirare il freno alla proposta del Movimento 5 Stelle di attuare un cambio di passo rispetto alle liberalizzazioni attuate dal Governo Monti. La grande distribuzione avanza, i negozi di vicinato sono sempre più in crisi e, adesso, ricomincia tutto daccapo. “Il testo è stato modificato, dobbiamo sentire di nuovo tutte le associazioni”, spiega il leghista Andrea Dara, “papà” del documento iniziale. Ballano deroghe per i centri storici e le città turistiche, ma bisogna analizzare anche le ricadute squisitamente di tipo economico.
Via a un nuovo ciclo di audizioni, dunque, e i cambiamenti sono dietro l’angolo. A Cagliari, poche settimane fa, la proposta-legge delle 26 domeniche con le serrande abbassate aveva incontrato il plauso dei sindacati dei commessi e la “divisione” tra i commercianti. Con i cittadini che avevamo sposato a metà il progetto: molti ormai acquistano quasi tutto online, ma c’è stata anche la solidarietà nei confronti dei tanti piccoli negozi che si trovano a dover fare i conti con cali d’affari sempre più consistenti.









