di Gianfranco Carboni
Abbiamo un interrogativo, in merito al progetto del Parcheggio sotto le mura ormai aggiudicato, e vogliamo rivolgere una domanda a chi oggi amministra la Città ma in particolare a chi tempo fa, eravamo tutti più giovani, partecipò alla discussione e manifestava totale contrarietà a quest’opera pubblica. La domanda è semplicissima: “E’ cambiato qualcosa da allora, oltre l’età di chi vi partecipò, rispetto al progetto ed alla sua utilità?”. Sono trascorsi circa otto anni, da quando in tanti partecipammo a un’assemblea, presso il teatro civico di Castello, oggi alcuni dei convenuti hanno fatto carriera altri hanno la loro sedia o scranno, uomini e donne che decidono le sorti della città, erano lì.
I cittadini meritano una risposta e meritano coerenza o/e le motivazioni che hanno portato al cambiamento di parere. Riportiamo integralmente un parere, ecco quanto scrive, lo Storico dell’architettura e Responsabile Paesaggio del FAI Sardegna, Dr. Franco Masala: “Nel 1939 l’architetto Salvatore Rattu auspicava la “liberazione” delle mura sudorientali di Castello per ricavarne una strada carrozzabile, demolendo tutte le costruzioni addossate. Nel 2016 l’amministrazione comunale di Cagliari ripropone il parcheggio dentro le mura del Cammino Nuovo per liberare dalle auto in superficie. Sono passati quasi ottanta anni ma sembra che la cultura della città e del centro storico, ormai acquisita anche nel Codice dei Beni Culturali “Urbani”, non abbia compiuto alcun passo in avanti a Cagliari. Come un fiume carsico viene quindi riproposta una soluzione che diventa analoga ma anche peggiorativa del parcheggio del Terrapieno, se ciò che il rendering rivela è la soluzione finale. Un enorme buco d’ingresso sotto gli spalti e scale in quantità che alterano definitivamente la cinta muraria facendola diventare qualcosa d’altro. Perseverare nella riproposta del parcheggio in un contesto stratificato e delicatissimo quale è il basso fianco di Santa Croce sembra dunque diabolico.
Le mura di Castello sono l’ultimo brano di una delle più poderose cinte fortificate del Mediterraneo, vistosamente aggredite fin dalla cancellazione di Cagliari dall’elenco delle Piazzeforti (1866): devono essere solo conservate nel loro ambito e rese fruibili nella loro residua interezza. Tutto il resto non è compatibile né con la sensibilità dei cittadini né con le leggi di tutela vigenti. Anziché varare un piano credibile del traffico e della sosta ci si ostina a ripresentare un parcheggio senza considerare che l’analogo spazio del viale Regina Elena è sempre ben lontano dall’essere pieno (non si dice dall’esaurito) e fa presupporre quindi superfluo il compagno del lato opposto.
Desta meraviglia che una giunta condotta dallo stesso sindaco che debuttò con le piste ciclabili, inizialmente molto percorse e oggi desolatamente vuote, riprenda l’annoso progetto di una giunta di colore opposto e proponga uno spazio per le auto invasivo e poco rispettoso della storia urbana invece di potenziare trasporti pubblici e soluzioni alternative. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra … cantava Giorgio Gaber nel 1995-96.” E si, cosa è cosa? Il tempo della coerenza e la memoria a breve termine, forse la velocità dei nostri tempi, non permettono di avere memoria sia di ciò che si dice, sia di memoria storica.












