“Si è tuffato, all’inizio una donna me l’ha segnalato e mi ha detto: starà facendo apnea”. Ma Luca Cardia, gestore della piscina “Ranopla” di Ortacesus, si è subito insospettito e ha avvisato uno dei due bagnini in turno. Giampaolo Sanna non stava facendo apnea, stava annegando. Il ventiseienne è morto, stroncato da una congestione, sotto gli occhi dei genitori e dell’ex cognata “e di circa 150 persone, la piscina doveva ancora riempirsi perchè molti, sfruttando il costo del biglietto ridotto, arrivano nel pomeriggio”. I due bagnini “hanno fatto di tutto per salvare il ventiseienne. Gli hanno praticato subito un massaggio cardiaco, poi son subito passati al defibrillatore. Dopo meno di dieci minuti è arrivata l’ambulanza medicalizzata della Mike col medico, hanno continuato con i massaggi cardiaci per almeno altri cinquanta minuti. Insomma, per un’ora abbiamo davvero sperato tutti che si potesse salvare”, racconta Cardia, con la voce ancora rotta dalla commozione e dall’incredulità per la tragedia avventa. “Alla fine, purtroppo, Giampaolo non ce l’ha fatta. Siamo distrutti, domani non apriremo in segno di rispetto per il ragazzo morto. Sono arrivati i carabinieri, hanno già fatto le indagini, è emerso che si è trattato di una congestione”. Purtroppo fatale.
Giampaolo Sanna, di Cagliari, se n’è andato ad appena ventisei anni. Un passato da lavoratore in un maneggio cagliaritano, ultimamente non lavorava “perchè stava badando al padre, che non sta bene”, ha raccontato la cugina, Sara Obinu, a Casteddu Online. E un pomeriggio che doveva essere di relax e spensieratezza, in una delle piscine più famose e frequentate della Sardegna, si è trasformato in un dramma.











