È una Monserrato silenziosa, che rispetta in pieno il lutto cittadino proclamato dal sindaco Tomaso Locci, quella che saluta per l’ultima volta Ignazio e Luca Argiolas e Giorgio Serreli, i tre cacciatori morti giovedì pomeriggio nella galleria della 125 all’altezza di Cardedu. I tre, insieme ad altri due loro amici (ricoverati in gravi condizioni all’ospedale) erano arrivati sin lì per una battuta di caccia. Il loro fuoristrada, all’improvviso, è andato a sbattere contro una spalletta di cemento armato di una banchina di sosta all’interno della galleria Genna Ortiga. Impatto fatale, e tre nuove croci sulle strade dell’Isola. Il funerale è stato celebrato da don Sergio Manunza, alle sue spalle anche il gonfalone della città.
Tra le sedie, tutte occupate, ci sono i parenti e i familiari dei tre scomparsi, il sindaco, vari consiglieri comunali monserratini e anche semplici cittadini. Molti, oltre duecento, attendono nel piazzale esterno: le regole anti Covid impediscono assembramenti, e il servizio d’ordine della chiesa, appena le sedie si sono tutte riempite, ha sbarrato i cancelli. Fuori, ma anche dentro, lacrime e commozione.
Don Manunza fa i nomi delle mogli e dei figli dei tre scomparsi, “che dire a loro? Dobbiamo stargli vicino con la preghiera”. Una tragedia, il parroco non lo dice ma il senso sembra proprio essere quello, quando ricorda le età di Ignazio, Luca è Giorgio: “58, 48 e sessant’anni”. La morte dei tre (amici, appassionati di ciclismo e di caccia) ha sconvolto tutta la comunità monserratina e anche quella selargina (Giorgio Serreli, infatti, da anni abitava a Selargius). Le tre bare, tutte vicine, per l’ultimo saluto, l’aria quasi irreale e le lacrime, celate a fatica sotto le mascherine.
Un lungo applauso ha accompagnato l’uscita delle tre bare. Le automobili, poi, sono partite in fila, e i tanti monserratini presenti hanno seguito con lo sguardo i loro tre “figli” Ignazio, Luca e Giorgio nell’ultimo viaggio verso il cimitero.










