“L’oculatezza con la quale utilizzo, nell’esclusivo interesse della cittadinanza, le risorse in capo all’Amministrazione che ho l’onore di guidare, non possono in alcun modo essere messe in dubbio da chicchessia e men che meno da una faziosa opposizione”. Risponde così agli attacchi della minoranza il sindaco di Monserrato Tomaso Locci al quale è stato contestato un provvedimento della Giunta delle scorse settimane che, secondo il primo cittadino “nulla modifica relativamente alla posizione del Capo di Gabinetto rispetto alla delibera già adottata esattamente un anno prima: la n. 28 del 19 Settembre 2016”.
“Già in quel documento infatti viene deliberata la posizione assunta dal Capo di Gabinetto come una categoria D1 (la più bassa per l’incarico ricoperto), per di più in part time, secondo i dettami del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro di riferimento, senza quindi alcuna discrezionalità in merito alla quantificazione della retribuzione da parte di alcuno” spiega.
“Tale posizione, a differenza di quanto è stato diffuso dalla minoranza che parla di “budget” e cifre stratosferiche,- chiarisce – si sostanzia in una retribuzione netta (scevra dalle variabili fiscali di natura personale) di 709 euro mensili. Fa sorridere come l’ex assessore all’Ambiente della precedente legislatura Andrea Zucca e l’ex Sindaco Gianni Argiolas possano contestare la necessità di un Capo di Gabinetto, – attacca -quando lo stesso Argiolas nominò nel suo staff il Sig. Andrea Zucca una volta defenestratolo dalla carica di Assessore. E ancor più lasciano perplessi le cifre destinate dal precedente Sindaco Argiolas, oltre che per lo staff sopra ricordato, per il Nucleo di Valutazione, cifre di gran lunga distanti e superiori a quelle destinate alle medesime figure dall’attuale amministrazione.Questi attacchi vili che scadono sul personale denotano una sola cosa: la difficoltà dell’opposizione ad esercitare il loro legittimo ruolo su fatti e atti rilevanti; cercando invece,con la complicità di chi da loro voce, la provocazione e la denigrazione di colui che ancora ritengono un avversario da “abbattere”, nonostante la campagna elettorale sia finita da tempo.