Sempre più diffuso in Europa, è ben presente anche in Sardegna: il suo nome scientifico è Steatoda paykulliana ed è un ragno velenoso, non tanto, però, quanto la più temuta “s’Argia” e il ragno violino.
Con le sue zampe lunghe e sottili e l’addome globoso, incute sicuramente timore a chi soffre di aracnofobia, ma per chi è appassionato delle specie che vivono nel territorio è, senza dubbio, un motivo per documentarsi maggiormente riguardo la “falsa vedova nera”.
Il suo colore predominante è il nero lucido, ha una striscia sul dorso, che spesso però può non essere presente, a spina di pesce, con diverse diramazioni che si irradiano lateralmente.
Il colore delle strisce è chiaro, color avorio sulle femmine giovani e diventa rosso acceso sugli esemplari più maturi. I maschi sono meno appariscenti e possono non avere i disegni sul dorso. In genere costruisce una sofisticata ragnatela, grande e a maglie larghe, su terreni in pendenza, ricoperti di bassa vegetazione.
La tossicità dello Steatoda paykulliana è significativamente meno potente della classica vedova nera ma, in caso di morso, potrebbero sorgere nausea, febbre, mal di testa, intorpidimento, dolori al torace, letargia. Insomma, non proprio innocuo: ammirarlo si, ma a debita distanza.











