E’ stato, dopo Husbauer (arrivato in Sardegna con sei mesi di ritardo), il secondo “tormentone” del mercato di riparazione rossoblù.
“Diakité sì, Diakité no, Diakité forse”, recitavano i tifosi, quasi stessero sfogliando i petali di un fiore alla ricerca dell’amore impossibile, ansiosi del tanto agognato centrale difensivo di esperienza da affiancare a Rossettini. La testa cominciava a girargli.
L’ultimo giorno di mercato (ma non per i giocatori svincolati, è bene precisarlo) la doccia fredda: Modibo Diakité era a Genova per sostenere le visite mediche e indossare la maglia della Sampdoria. Ma non aveva fatto i conti col tecnico Mihajlovic, il quale non avvallava il tesseramento e lo rispediva a casa. I doriani gli preferivano Munoz, acquistato qualche ora più tardi dal Palermo. Forse, per i tifosi rossoblù, c’era ancora una speranza.
Al francese non rimaneva che attendere la chiamata di nuove squadre: il Cagliari era sempre lì, pronto a “colpire”, ma temporeggiava. Anzi, nell’ultima ora di mercato decideva di acquistare Pedro Mendes dal Parma, ma a pochi minuti dalle 23.00 la società ducale bloccava tutto: non si era trovato un sostituto. Ai sardi un pugno di mosche e le accuse dei tifosi, dopo che la società rossoblù aveva ceduto Benedetti al Bari nel pomeriggio.
Non tutto, però, era perduto. Rimaneva ancora lui, Diakitè, tesserabile fino al 27 febbraio. L’agente del giocatore aveva provato a proporlo all’Inter, senza trovare parere favorevole della società nerazzurra, poi il Sassuolo si era chiamato fuori. Rimaneva il Watford, ma stavolta il difensore puntava i piedi, voleva stare in Italia.
Finalmente mercoledì la situazione si sbloccava, Marroccu convinceva il ragazzo classe ’87 il quale nella giornata di ieri, terminate le visite mediche e firmato un contratto fino al termine della stagione (si deciderà poi se rinnovare o meno), veniva presentato insieme ad M’Poku in quel di Asseminello.
Il Cagliari ha, dunque, finalmente il difensore di esperienza da affiancare a Luca Rossettini, e che insieme a Brkic possa contribuire a risolvere i problemi del reparto arretrato: ben 40 reti subite in 21 partite sono veramente troppe.
Il difensore, che a dir la verità negli ultimi anni, tra Sunderland, Fiorentina e Deportivo La Coruna, non ha giocato tantissimo, non pare preoccupato, anzi ha voglia di far parlare soprattutto il campo: “Sto bene fisicamente, non temo nessun attaccante. Questa è la piazza giusta per rimettermi in gioco e credo che il Cagliari non meriti questa posizione di classifica. Penso solamente alla salvezza”.
Parole che suonano come “musica” per le orecchie dei supporters sardi, entusiasti per la determinazione del nuovo arrivato, che intanto ha scelto la maglia numero 37.











