di Rossella Tocco, genitore
Confermo quanto letto nell’articolo. Ho due bambini che usufruiscono della mensa scolastica in due istituti diversi ed entrambi alle 16,30 all’uscita di scuola escono con pane e suppletivi di ciò che sarebbe dovuto essere un pasto. Entrambi alla materna mangiavano di più, alla primaria la situazione si aggrava perchè i piatti sono più elaborati e la verdura viene data in pezzi e non passata. Il che è cosa buona e fisiologica per bambini più grandi, ma poichè cucinata per un gran numero di studenti non consente un sapore accettabile. Le cose migliori come pure di patate, minestra e coscia di pollo, apprezzate da tutti non vengono quasi mai date ai pasti. Per il momento non resta che vedere i bambini inappetenti e dimagriti, quelli con appetito che si rifugiano nel cibo portato da casa o nel pane rimasto dal pranzo che viene dato loro dopo pranzo perchè di fatto i bambini hanno fame. Considerando che comunque alcuni (che possono) prendono i bambini in pausa per riportarli dopo pranzo, chi lavora e sceglie la scuola a tempo pieno trova i bimbi affamati all’uscita che poi mangiano qualunque cosa senza considerare l’equilibrio nutrizionale che così non viene proprio preservato. Dovrebbe essere almeno consentito in futuro non pagare la mensa e dotare i bambini di un piatto di riso e polpette portate da casa. Sarebbe un sacrificio per noi mamme lavoratrici, ma giustificato, considerata la situazione attuale.











