Settecento euro di pensione, un gruzzoletto mensile che, a differenza del passato, Maria Erdas custodisce ancora più gelosamente, stando attenta a qualunque spesa. Settantasette anni, di Cagliari, la sua unica entrata è diventata, nell’ultimo periodo, un salvagente non più tanto gonfio per la sua quotidianità. Anche lei, infatti, è strozzata dall’aumento folle ed indiscriminato dei prezzi: “È tutto aumentato, ho familiari da accudire e addirittura olio e pasta sono diventati carissimi”, racconta, dalla sua casa comunale che le costa una cifra tutt’altro che esorbitante, alla voce affitto. Ma è una goccia in un oceano di disperazione: “Ieri ho pagato il ticket per delle medicine che prendo regolarmente perchè sono diabetica e ho altre patologie: 15 euro, è molto per la pensione che mi arriva”. L’anziana sta anche accudendo dei parenti in difficoltà: “Ospito la famiglia di mia nipote: madre e padre hanno un lavoro precario, c’è anche il loro figlio di 15 anni. Ci stiamo affaticando in una maniera allucinante per andare avanti”. Rinunce? “Sì, per tutto. Devo anche seguire una sorella invalida e attualmente ricoverata, poi ho altri nipoti che hanno perso il lavoro per colpa della pandemia”.
“Sto rinunciando a curarmi”, ammette la Erdas, ed è forse questo uno degli aspetti più toccanti e gravi, “non sto più facendo controlli. Ho forti dolori alle ossa e alle braccia, ho bisogno di specialisti ma non posso pagarli e, prenotando, la visita è tra un anno, quando sarò morta. Risparmiamo anche sugli alimentari, un pacco di pasta è raddoppiato”, per non parlare dei rincari “del pane”.










