“Finalmente, dopo un anno, siamo arrivati alla discussione dell’incidente probatorio. I risultati dei periti del gip, che si sono avvalsi della collaborazione di specialisti per quanto attiene agli esami istologici e tossicologici” potrebbero “stravolgere le indagini, cristallizzate come verità nel 2011. Manuel Piredda pare sia morto per asfissia meccanica e che, quando ha preso fuoco, fosse già deceduto”. Così Elisabetta Sionis, 52 anni, criminologa clinica che segue la vicenda per conto della famiglia dell’uomo morto nel rogo di Bacu Abis nel 2011. “La difesa della Pitzalis si è detta perplessa sulla metodologia utilizzata, invece noi, insieme ai nostri medici legali, la condividiamo appieno”.
La criminologa conferma anche l’assenza di segni sul corpo di Piredda: “Un fatto che depone a vantaggio e a sostegno dell’ipotesi di morte per asfissia meccanica, non ci sono lesioni sulle vertebre, Manuel non si è suicidato, l’hanno detto i periti appena hanno iniziato (ieri, ndr) la discussione. Esclusa la morte per fuga o per infarto. Attendiamo la prossima udienza”, spiega la Sionis, “io stessa ho ricevuto su Facebook tantissime minacce, c’è chi mi ha augurato di fare la stessa fine di Valentina o Manuel, gli avvocati Locci e Marcialis sono stati indicati come mafiosi. Si tratta di cose gravissime. Ignoti hanno divelto la cassetta postale di dottor Monni e mi hanno fatto saltare il sistema di videosorveglianza di casa”.









