Il giro di vite del Comune di Quartu contro la malamovida è realtà: il Consiglio approva, a maggioranza, le nuove regole che limitano i decibel, le nottate danzanti fuori controllo e la pubblicizzazione di serate musicali nei tanti locali dove, principalmente, si fa ristorazione. Scontro, come era prevedibile, tra maggioranza e opposizione. Dopo la prima spiegazione dell’assessora alle Attività produttive Rossana Perra, “ho ricevuto segnalazioni di situazioni pericolose da parte di Forze dell’ordine e residenti”, l’intervento principale è stato quello del sindaco Graziano Milia. All’inizio ha precisato che “la pubblicità delle serate non è vietata, ma non deve essere fatta per sponsorizzare principalmente un evento musicale” e poi, dopo vari interventi di consiglieri di minoranza e maggioranza, ha difeso la scelta del nuovo, e più stringente, regolamento anti rumore: “L’ha approvato la Giunta, non è sceso dal camino il regolamento. Non ho preoccupazioni di nessun genere, ho sempre detto che, se necessario, avrei assunto misure impopolari ma suggerirei cautela nel definirle così. Eravamo in presenza di una situazione che rischiava di essere ingestibile. Più di una volta abbiamo parlato con gli imprenditori, già un anno fa, dicendo che così non si poteva andare avanti e che questa situazione poteva finire davvero male”. Come? Per Milia il rischio era che qualcuno potesse dire che “quelle sono concessioni balneari” che gli stessi titolari hanno “trasformato in locali. Ho un atteggiamento di responsabilità verso cittadini e imprenditori, non tutti le hanno trasformate e sono stati i primi a farmi k complimenti. Milia contro imprese e turismo? No, alcuni imprenditori turistici mi hanno ringraziato”. E il sindaco ricorda: “Conosco i trucchi e i sotterfugi, dai banconi messi al limite della concessione demaniale per servire alcol a chi va in giro in spiaggia a chi dice che c’è musica e non può impedire alla gente di ballare. Ma se pubblicizzi una serata danzante, allora mi prendi in giro? Il nostro è un intervento che mette ordine e aiuta gli imprenditori, smettiamola di prenderci in giro. I cittadini mi mandando le registrazioni dei suoni sul cellulare”, chiaro il riferimento ai decibel notturni fuori controllo che arrivano dai locali del Poetto. Faremo controlli? Metteremo le telecamere, ma la gente scaltra può indossare una felpa con cappuccio. Due anni fa e l’anno scorso c’erano risse e incidenti stradali, oggi no. Non so se sia merito dell’ordinanza, ma di fatto è così”. E lancia un ultimatum agli imprenditori furbetti: “Il nuovo regolamento sarà in vigore dal primo agosto. La settimana prossima ci sarà un incontro, gli imprenditori hanno due possibilità: o nei prossimi 15 giorni cercheranno di incassare a più non posso o si comporteranno bene e accetteranno un confronto “. In ballo c’è la possibilità di allungare gli orari della musica di notte, rispettando ovviamente i decibel.
Feroci critiche dall’opposizione. Christian Stevelli del Psd’Az ha proposto sei emendamenti, tutti bocciati: “La stagione estiva e la musica sono ripartite dopo due anni di fermo. Qualcuno ha esagerato andando in una certa direzione, ma magari anche i cittadini sono stati eccessivi nel lamentarsi. Dopo due anni di pandemia senza possibilità di svaghi e di poter vivere, sarebbe stato meglio limitare gli eccessi ma non bloccarli. Per colpa della fretta è stato partorito il peggiore dei documenti possibili”. Francesco Caredda di Io Amo Quartu ha rincarato la dose: “È un regolamento con tante anomalie. Approvarlo il 14 luglio significa farlo impattare su chi lavora prettamente in estate, non è favorevole per quelle attività che hanno fatto investimenti e assunzioni e preso impegni con fornitori e clienti. Decine di migliaia di persone e turisti non sapranno dove andare dopo mezzanotte, questo sarà un problema di ordine pubblico. D’accordo con il provvedimento, dalla maggioranza, Valeria Piras: “Il regolamento rispecchia, al 70 per cento, la legge nazionale. Sono stati due anni drammatici per tante tipologie di attività che hanno le autorizzazioni per lavorare. Umanamente capisco quando a volte si supera un limite e si cerca di sopravvivere dopo due anni così. Ma noi siamo amministratori, chiamati a fare rispettare le regole. Milia non poteva voltare la faccia, il sindaco deve occuparsi dell’ordine pubblico. Sono per una città turistica e del divertimento, già nella scorsa consiliatura c’erano state interlocuzioni tra Comune e imprenditori, gli era stato chiesto di restare entro certi limiti. Questo regolamento non limiterà il dialogo con tutti loro”.











