Malamovida, pubblichiamo l’intervento di Marcello Roberto Marchi
“Non c’è giorno che non si parli e si scriva di ” malamovida” a Cagliari, delle responsabilità e dei rimedi da porre in atto. L’ultimo episodio che
vede protagonista un quindicenne che ha accoltellato un diciassettenne con un coltello da cucina, ha scatenato una ridda di reazioni e di proposte,
tutte condivisibili , da parte di tutti i settori della vita cittadina, da quella politica-istituzionale della Consigliera comunale Stefania Loi al Presidente
del Comitato di Quartiere di Stampace Adolfo Costa, dall’operatore economico, il ristoratore Claudio Mura del Quartiere ” Marina” allo psicologo Luca
Pisano, che hanno chiamato in causa anche il Prefetto, che presiede il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica. il Questore, le Forze dell’Ordine,
persino l’Esercito. Insomma, a Cagliari non se ne può più anche per tante altre ragioni comunque intimamente legate e derivate dalla “movida”.
Ma nessuno è andato alle origini, da quando e perchè è nata ai primi anni 2000, quali sono stati gli “iniziatori” e i ” propagatori” che hanno nomi e cognomi
che sono “sulla bocca” di tutti. Ma ci sono elementi oggettivi da rimuovere subito : mettere in regola i tavolini che occupano suolo pubblico non autorizzato e togliere le posate, coltelli compresi, dai tavolini apparecchiati in attesa dei clienti. Sono una tentazione, facili all’uso”.
Marcello Roberto Marchi












