Di Paolo Rapeanu
Mafeth Magno arriva a Cagliari, dalle Filippine, otto anni fa. Un incidente stradale le porta via la gamba sinistra, e da quel momento la vita va avanti grazie alle stampelle. Compagne di movimento inseparabili – o quasi -: già, infatti Mafeth le lascia a bordo campo ogni volta che gioca a sitting volley. “Ero molto timida, mi vergognavo della mia disabilità. Grazie a questo sport, invece, sono rinata, perché c’è una forte comunicazione, anche a livello umano”.
Per un disabile straniero è facile trovare lavoro a Cagliari? “No, senza una gamba non sei più vista come una persona come tutte le altre, io prima facevo la badante. I cagliaritani, però, mi trattano come una persona normale, e anche la città è abbastanza a misura di disabile, ci sono i parcheggi dedicati e i passaggi nei marciapiedi”.











