Nei giorni dell’addio all’ex Primula Rossa Graziano Mesina, le parole forti e decise di un uomo di 54 anni scuotono le coscienze. Sono quelle di Luca Locci, residente a Macomer, rapito a soli 7 anni dall’Anonima sequestri nel lontano 1978. Un incubo durato 93 giorni. Locci non parla della sua esperienza e del suo dolore, ma lancia un messaggio chiaro per tutti coloro che hanno vissuto lo stesso dramma.
“Non credete che gli ex sequestrati, per tutto il periodo della loro prigionia, non abbiano chiesto ogni santo giorno di poter tornare nel proprio paese, nella propria abitazione, fra i propri cari? Qualcuno però ha deciso per loro che non era fattibile. Chiedevano una detenzione più umana e rispettosa, ma anche questo non è stato possibile. Qualcuno purtroppo non ha fatto rientro a casa neanche da morto. Lo dico per quei personaggi pseudo pubblici, ai quali probabilmente sta sfuggendo un po’ di mano la cosa”, scrive sui suoi social. “Poi di fronte alla morte, Totò già nel 1963 con il suo libro, “a livella” fece una disamina ineccepibile”, conclude Locci.













